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Plinius Caecilius Secundus, Gaius - Epistulae » Castelvetro, Lodovico Correttione del Dialogo delle lingue - p. 248

Castelvetro, Lodovico

Correttione d'alcune cose del Dialogo delle lingue di Benedetto Varchi


dissi che mutata b in v, et gittato m finale riusciva amava. Perché
adunque, soggiunse egli, se b si muta in v in amava, non si può
anchora b in amabo vegnente in vulgare mutare in r con tra-
sportamemto dell'accento et dirsi amerò. Non si può, gli risposi
io, perciocché b mutare et si muta in v, conciosiacosa che
b, v, p, f sieno patienti et cambievoli l'una nell'altra, della
schiera della quali non è r, senza che non si potrebbe mostrare,
quando anchora concedessi questo, come di legam et d'audiam
si potesse dire leggerò et udirò. Adunque è da rispondere al
Varco che nel trovare l'origine delle voci sono limitati i termini
dell'aggiugnere, del diminuire, del mutare et del trasportare le
lettere, li quali si convengono conservare et non solamente tra-
passare, come credo che facciano i guardinghi originatoli.
Ultimamente dice egli: «Gli originatoli s'ingannano, cre-
dendo che un vocabolo origini da' greci, che viene da altro po-
polo, come orgoglio, che dicono essere greco, è preso da' pro-
venzali». Ma pogniamo che sia vero quello che manifesta-


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