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Biblia, Io » Castelvetro, Lodovico Correttione del Dialogo delle lingue - p. 108

Castelvetro, Lodovico

Correttione d'alcune cose del Dialogo delle lingue di Benedetto Varchi


io non comprendo come sia fatta, né mi so imaginare quale ella
si sia. Per che, scrivendo qui le sue parole stesse, la lascerò senza
risposta infino a tanto che mi sia manifesta, la quale allhora le
farò secondo il valore suo, ricordando al Varco che non gli tor-
na molto a pro parlare oscuro sí che non sia compreso quello
che massimamente dice per ischifare il biasimo che gli si pote-
va opporre. Dice adunque cosí:

Io desiderava et sperava mediante gli essempi di molti et grandissimi
huomini cosí dell'età nostra, come dell'altre, quello che io hora desi-
dero bene, ma non già spero, et se pure lo spero, lo spero molto meno
che io non faceva e che io non desidero.


[x]
Queste cinque cagioni sono state tanto poderose appo
il Varco che l'hanno a forza fatto condescendere a prendere
la difesa per lo Caro et a rispondere alle cose scritte da me in
destruttione dell'Apologia, non ostante che altre cagioni non
leggere secondo lui il tirassono in contraria parte, le quali
come contrastanti alle sopradette non sono da tralasciare in
questo luogo senza alcuna consideratione et sono tre princi-
pali.
La prima è che non è da rispondere a chi s'oppone per altro
fine alle scritture altrui con argomenti intorniati da villanie,
come, secondo lui, ho fatto io all'Apologia del Caro. La seconda
è che non è da rispondere a chi s'oppone per altro fine alle
scritture altrui che per la verità, cioè per insegnarla o per impa-
rarla, come vuole egli che io per altro fine habbia fatto alla pre-
detta Apologia. La terza è che non è da rispondere a chi s'oppo-
ne con argomenti manifestamente o falsi o sciocchi et da rider-


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