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Svetonius Tranquillus, Gaius - De vita Caesarum » Pamphilus Caesariensis - Apologia Origenis » Castelvetro, Lodovico Correttione del Dialogo delle lingue - p. 120

Castelvetro, Lodovico

Correttione d'alcune cose del Dialogo delle lingue di Benedetto Varchi


le risposte, le quali sono nell'Apologia del Caro all'oppositioni mie, so-
no lealissime et contengono in sustanzia quasi tutte le risposte che al-
le risposte sue dar si possono.


La quale lode non è creduta né ricevuta dal Caro, sí come non
fu creduta né ricevuta l'altra prossimamente sopradetta, per-
cioché, se il Caro havesse creduto che le risposte fossero state
lealissime, cioè, come interpreto io, verissime et fermissime
fatte alle mie oppositioni da lui et che contenessero in sustan-
zia quasi tutte le risposte che alle risposte sue dar si potessero,
non havrebbe senza dubbio scritte tante lettere né con tanta
instanza al Varco, pregandolo che mi rispondesse, non doven-
do né potendo rispondere quasi in sustanzia altro che quello
che già era stato scritto da lui. Per che il Varco ci perdonerà se
reputeremo questa lode falsamente essere attribuita da lui al
Caro, accostandoci noi alla credenza d'esso Caro, et se ci ima-
gineremo anche, et non senza ragione, che egli, sotto colore
di volere commendare il commendatore Caro, si voglia scari-
care del peso del difenderlo, del quale temerariamente già si
caricò, sentendolo hora piú grave per le sue spalle che da prima
non credette, et, deliberandosi per cotal via da questo impaccio,
si pensi dare ad intendere altrui che egli habbia fornito ogni
suo ufficio verso il Caro et adempiuta la richiesta dell'amico et
l'offerta sua tanto vanagloriosa con far vista di rispondere ad al-
cune poche cosette, che ha stimate tra le molte essere piú debi-
li et piú atte ad essere offuscate dalle tenebre delle sue bugie. Il
qual Varco non di meno riconosco et appruovo per lodatore del
Caro in quanto afferma sotto la persona di Cesare Hercolani
lui havere imparati dal mescolarsi col vulgo in Firenze tanti
motti et tanti proverbi et tanti riboboli fiorentini, quanti egli


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