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Bernardus Claraevallensis - In Natali S. Benedicti » Galilei, Galileo Il Saggiatore - p. 242

Galilei, Galileo

Il Saggiatore


per la Luna. Dall'apparir, dunque, la coda della cometa direttamente
opposta al Sole, altro non si può necessariamente concludere, che
l'esser nel medesimo piano coll'occhio.
Or sia, nel quinto luogo, notata certa, dirò così, incostanza nelle
parole verso il fine delle lette da V. S. Illustrissima e da me essami-
nate; dove il Sarsi si prende assunto di voler più a basso mostrare
quanto malamente io, cioè il Sig. Mario, abbia attribuito alla co-
meta il moto retto, e poi, tre versi più a basso, dice non esser bi-
sogno alcuno d'escluder questo moto retto, il qual era certo e ma-
nifesto già mai non ritrovarsi nelle comete. Ma se l'impossibilità
di questo moto è certa e manifesta, a che proposito mettersi a vo-
lerla escludere? ed in qual modo è ella certa e manifesta, se, per
detto del Sarsi, nessuno l'ha pur mai non solamente confutata, ma
né anco considerata? Al Kepplero solo, dic'egli, è tal moto venuto
in considerazione. Ma il Kepplero non lo confuta, anzi l'introduce
per possibile e vero. Parmi che 'l Sarsi, sentendosi di non poter far
altro, cerchi d'avviluppare il lettore: ma io cercherò di disfare i
viluppi.
11. Sed dum illud <praeterea hoc loco nobis obiicit: «Si cometes circa Solem age-
retur, cum integro quadrante ab eodem Sole recesserit, futurum aliquando ut
ad Terram usque descenderet
», non venit illi in mentem fortasse, non uno
modo circa Solem cometam agi potuisse. Quid enim, si circulus, quo vehebatur,
eccentricus Soli fuisset, et maiori sui parte aut supra Solem existente, aut ad
septentrionem vergente? Quid, si motus circularis non fuisset, sed ellip-
ticus et quidem summa imaque parte compressus, longe vero expor-
rectus in latera? Quid, si ne ellipticus quidem, sed omnino irregularis,
cum praesertim, ex ipsius Galilaei systemate, nullo plane impedimento cometis,
quocunque liberet, moveri licuerit? Ut sane propterea timendum non esset, ne
cometarum lucem Tellus aut Tartarus e propinquo> visurus umquam foret
.
Qui, primieramente, se io ammetto l'accusa che mi dà il Sarsi di
poco considerato, mentre non mi siano venuti in mente i diversi
moti ch'attribuir si possono alla cometa, non so com'egli potrà
scolpare dalla medesima nota il suo Maestro, il quale non considerò
il potersi ella muover di moto retto; e s'egli scusa il suo Maestro
col dire che tal considerazione sarebbe stata superflua, non sendo
stato da niun altro autore introdotto tal movimento, non veggo di
meritar d'essere accusato io, ma sì ben nell'istesso modo debbo es-
sere scusato, non si trovando autor nessuno ch'abbia introdotti que-
sti moti stranieri ch'ora nomina il Sarsi. In oltre, Sig. Sarsi, toccava
al vostro Maestro, e non a me, a pensare a questi movimenti per li
quali si potesse render convenevol ragione delle digressioni così grandi
della cometa; e se alcuno ve n'è accommodato a tal bisogno, do-
veva nominarlo e quel solo accettare, e non lasciarlo sotto silenzio e
introdurre con Ticone il semplice circolare intorno al Sole, inettis-
simo a salvar cotale apparenza, e voler poi che non esso ma noi
avessimo commesso fallo, in non indovinare ch'ei potesse interna-
mente aver dato ricetto a pensieri diversissimi da quello ch'aveva


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