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Apollonius Rhodius - Argonautica » Galilei, Galileo Il Saggiatore - p. 283

Galilei, Galileo

Il Saggiatore


esser favorevoli. Già non è dubbio, che di qualsivoglia specchio piano
esposto al Sole tutta la superficie è da quello illuminata; il simile è
di qualsivoglia stagno, lago, fiume, mare, ed in somma d'ogni su-
perficie tersa e liscia, di qualunque corpo ella si sia: nulladimeno
all'occhio d'un particolare non si fa la reflession del raggio solare
se non da un luogo particolare d'essa superficie, il qual luogo si va
mutando alla mutazion dell'occhio riguardante. L'esterna superficie
di sottili ma per grande spazio distese nuvole, è tutta egualmente
illuminata dal Sole; tuttavia l'alone ed i parelii non si mostrano ad
un occhio particolare se non in un luogo solo, e questo parimente
al movimento dell'occhio va mutando sito in essa nuvola.
Dice il Sarsi: Quella sottil materia sublimata che rende tal-
volta quella boreale aurora, si vede pur, qual ella è in fatto, illumi-
nata tutta. Ma io domando al Sarsi, onde egli abbia questa cer-
tezza. Ed egli non mi può rispondere altro, se non che ei non vede
parte alcuna che non sia illuminata, sì com'ei vede il resto della
superficie degli specchi, dell'acque, de' marmi, oltr'a quella parti-
cella che ci rende la reflession viva del raggio solare. Sì, ma io l'av-
vertisco che quando la materia fusse in colore simile al resto del-
l'ambiente, o vero fusse trasparente, ei non distinguerebbe altro che
quel solo splendido raggio reflesso, come accade talvolta che la su-
perficie del mare non si distingue dall'aria, e pur si vede l'immagine
reflessa del Sole; e così, posto un sottil vetro in qualche lontananza,
ci potrà mostrar di sé quella sola particella in cui si fa la reflessione
di qualche lume, rimanendo il resto invisibile per la sua trasparenza.
Questo del Sarsi è simil all'error di coloro che dicono che nessun
delinquente deve mai confidarsi che il suo delitto sia per restare oc-
culto, né s'accorgono dell'incompatibilità ch'è tra 'l restar occulto
e l'essere scoperto, e che senz'altro chi volesse tener due registri,
uno de' delitti che restano occulti, e l'altro di quelli che si manife-
stano, in quel degli occulti non ci verrebbe mai registrato e notato
cosa veruna. Vengo dunque a dir, che senza repugnanza alcuna posso
credere che la materia di quella boreale aurora si distenda in ispazio
grandissimo e sia tutta egualmente illuminata dal Sole; ma perché
a me non si scopre e fa visibile se non quella parte onde vien al-
l'occhio mio la refrazzione, restando tutto il rimanente invisibile, però
mi par di vedere il tutto. Ma che più? De' vapori crepuscolini, che


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