BIVIO: Biblioteca Virtuale On-Line
Petrarca, Francesco - Canzoniere » Tibullus, Albius - Elegiae » Galilei, Galileo Il Saggiatore - p. 315

Galilei, Galileo

Il Saggiatore


pur sognata. Nominate voi l'autore. A quello ch'ei mette nel quarto
luogo, cioè che quelli che insegnano i primi abbozzamenti della sfera,
insegnano la figura di tal region vaporosa esser più tosto ovale che
rotonda, rispondo che il Sarsi non si meravigli s'egli ha saputa
questa cosa, ed io no; perché la verità è che io non ho imparato
astronomia da questi maestri delle prime bozze, ma da Tolomeo, il
quale non mi sovviene che scriva questa conclusione. Ma finalmente,
quando fosse vero e certo, cotal figura essere ovale, e non rotonda,
che ne cavereste, Sig. Lottario? niente altro se non che la chioma
della cometa non fusse piegata in arco di cerchio, ma di linea ovale;
la qual cosa, senza un minimo pregiudicio della nostra intenzione e
del nostro metodo per dimostrar la causa di tale apparente curva-
tura, io vi posso concedere, ma non già quello che ne vorreste dedur
voi, mentre concludete così: «Se dunque questa region vaporosa non
è sferica, né per tutto egualmente lontana dalla Terra, né in tutte
le parti egualmente grossa (proposizione replicata tre volte con di-
verse parole, per ispaventare i sempliciotti), la curvità della chioma
non può derivar da cotal rotondità, la quale non è al mondo». Non
ne segue, dico, in buona logica questa conclusione, ma il più che
ne possa seguire è che tal curvità non è parte di cerchio, ma di linea
ovale e questo sarebbe il vostro infelice e miserabil guadagno, quando
voi poteste aver per sicurissimo, la region vaporosa essere ovata, e non
isferica. Se poi in fatto tal piegatura sia in figura d'arco di cerchio,
o d'ellisse, o di linea parabolica, o iperbolica, o spirale, o altre, non
credo ch'alcuno possa in verun modo determinare, essendo le diffe-
renze di cotali inclinazioni, in un arco di due o tre gradi al più,
del tutto impercettibili.
Mi restano da considerare l'ultime parole, dalle quali vo racco-
gliendo misticamente varie conseguenze e vani sensi interni del Sarsi.
E prima, assai apertamente si comprende ch'egli si messe intorno
alla scrittura del Sig. Mario non con animo indifferente circa il no-
tarla o lodarla, ma con ferma risoluzione di tassarla ed impugnarla
(come notai anco da principio); che però si scusa di non le aver
fatto più numerose opposizioni, dicendo: «E come potev'io con-
futare le cose ch'ei non ha profferite e ch'io non ho potute indo-
vinare?», se ben la verità è tutta all'opposito, cioè ch'ei non ha
impugnato altre cose, per lo più, che le non profferite dal Sig. Mario


pagina successiva »
 
p. 315