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Serafino Aquilano - Rime » Galilei, Galileo Il Saggiatore - p. 332

Galilei, Galileo

Il Saggiatore


che ha da esser riscaldato, ed il Sig. Mario la dà a quello che ha da
riscaldare. Devesi però avvertire che bene spesso accade, essere uno
istesso corpo quello che produce il calore e quello che lo riceve: e
così Martellandosi sopra un chiodo, le parti sue, nel soffregarsi vio-
lentemente, eccitano il calore, e l'istesso chiodo è quello che si ri-
scalda. Ma quello che ho voluto sin qui dire è, che il consumamento
di parti depende dall'atto del produrre il calore, e non da quello del
riceverlo, come per avventura più distintamente mi dichiarerò più
di sotto. In tanto sentiamo l'esperienze onde il Sarsi pensa d'aver
palesato, potersi con l'attrizione produr calore senza consumamento
alcuno.
42. Sed quando <ab experientia exempla petere libet, quid si, nulla partium de-
perditione, ex motu corpus aliquod calefiat? Ego certe cum aeris frustulum, omni
prius extersa rubigine ac situ, ne quis forte pulvisculus adhaereret, ad argentarii
libram perexiguam exactissimamque ponderibus minutissimis expendissem (cum
etiam quingentesimas duodecimas unius unciae partes haberem), ac pondus dili-
gentissime observassem, validissimis mallei ictibus aes idem in laminam extendi:
id vero inter ictus et mallei verbera bis terque adeo incaluit, ut manibus at-
trectari non posset. Cum igitur iam toties incaluisset, experiri libuit eadem libra
iisdemque ponderibus, num aliquod ponderis dispendium iacturamque passum
fuisset; et tamen iisdem plane momentis constare comperi: incaluit igitur per
attritionem aes illud, nullo partium suarum detrimento; quod Galilaeus negat.
Audieram etiam aliquid simile librorum compactoribus evenire, cum plicatas illas
chartarum moles malleo diutissime ac validissime tundunt: expertus enim est
illorum non nemo, eodem postea illas fuisse pondere quo fuerant prius, incale-
scere tamen easdem inter ictus maxime, ac pene comburi. Quod si quis forte hoc
loco asserat, deperdi quidem partes, sed adeo minutas ut sub librae, quamvis
exiguae, examen non cadant, quaeram ego ex illo, unde norit partes esse deper-
ditas: neque enim video, quonam alio id modo aptius ac diligentius inquiram.
Deinde vero, si adeo exigua est haec partium iactura ut sensu percipi nequeat,
cur tantum caloris excitavit? Praeterea, dum ferrum lima expolitur, calefit quidem,
minus tamen aut certe non plus quam cum malleo validissime tunditur; et tamen
maior longe partium deperditio ex limatura quam> ex contusione existit
.
Che il Sarsi con isquisita bilancia non abbia ritrovato diminuzion
di peso in un pezzetto di rame battuto e riscaldato più volte, glielo
voglio credere; ma non già che per questo egli non si sia diminuito,
essendo che può benissimo accadere, quello esser diminuito tanto
poco, che a qualsivoglia bilancia resti cosa impercettibile. E prima,
io domando al Sarsi, se pesato un bottone d'argento, e poi doratolo
e tornato a pesarlo, ei crede che l'accrescimento fusse notabile e
sensibile. Bisogna dir di no, perché noi veggiamo l'oro ridursi a tanta
sottigliezza, che anco nell'aria quietissima si trattiene e lentissima-
mente cala a basso; e con tali foglie può dorarsi alcun metallo. In
oltre, questo medesimo bottone verrà adoperato due o tre mesi, avanti
che la doratura sia consumata; e pur consumandosi finalmente, chiara
cosa è che ogni giorno, anzi ogn'ora, s'andava diminuendo. Di più,
pigli una palla d'ambra, muschio ed altre materie odorate: io dico
che portandola addosso alcuno quindici giorni, empirà d'odore mille
stanze e mille strade, ed in somma ogni luogo dov'egli capiterà, né
questo si farà senza diminuzione di quella materia, senza la quale
indubitatamente non anderà l'odore; pure, tornandosi in capo a tal
tempo a ripesarla, non si troverà sensibil diminuzione. Ecco, dun-
que, trovate al Sarsi diminuzioni insensibili di peso, fatte per lo con-
sumamento di mesi continui, ch'è altro tempo che un ottavo d'ora,
che dovette durare il suo Martellare sopra il pezzetto di rame. E
tanto è più esquisita una bilancia da saggiatori, ch'una stadera filo-
sofica! Aggiungendo di più, che può molto bene essere che la ma-
teria che, attenuata, produce il caldo, sia ancora assai più sottile della


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