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Bernardus Claraevallensis - In Natali S. Benedicti » Galilei, Galileo Il Saggiatore - p. 339

Galilei, Galileo

Il Saggiatore


liamo di liquefare e struggere per via di calore, e non di consumare
per via di percosse; l'altra è, che nel caso vostro voi avete bisogno
che non il corpo solido, ma il corpo molle e sottile, sia quello che si
stritoli ed assottigli, cioè l'aria, ch'è quella che s'ha poi ad accen-
dere: ora l'esperienze addotte da voi provano che i sassi, e non
l'aria o l'acqua, ricevon l'attrizione; e veramente io credo che l'aria
e l'acqua, picchino pure se sanno picchiare, non però si assottiglie-
ranno mai più che prima. Per tanto io concludo, poco aiuto e sol-
levamento per la causa vostra derivar da queste cose, come anco da
quel ch'aggiungete della gragnuola e delle gocciole dell'acqua: delle
quali io vi concedo che nel cader da alto si vadano rappiccolendo;
ve lo concedo, dico, non perch'io non creda che possa esser vero
anco tutto l'opposito di quel che dite voi, ma perché non veggo che
né nell'uno né nell'altro modo abbia che far col proposito di che si
tratta. Che la frombola poi co' suoi fischi e scoppi sia argomento
d'aria condensata nella sua agitazione, la lascerò esser quel che piace
a voi; ma avvertite che sarà una contradizzione a voi medesimo e
un disastro alla vostra causa: imperocché sin qui avete sempre detto
che per l'agitazione e commozione gagliarda si fa l'attrizione, ra-
refazzione e finalmente l'accendimento nell'aria, ed ora, per render
ragione del sibilo della scaglia, o vero per trovare il senso delle pa-
role assai offuscate di Stazio, volete la condensazione; sì che quella
medesima commozione che, per servire allo struggere ed abbruciare,
rarefà l'aria, per servizio de' frombolatori e di Stazio la condensa.
Ma passiamo a sentire i testimoni degl'istorici.
45. Sed ne poëtarum <testimonium, vel eo ipso poëtae nomine, suspectum alicui
videatur (quamquam eosdem ex communi saltem omnium sensu locutos scimus),
ad alios venio magnae etiam auctoritatis ac fidei viros. Suidas igitur in Histo-
ricis, verbo περιδινοῦντες, haec narrat: «Babylonii iniecta in fundas ova in orbem
circumagentes, rudis et venatorii victus non ignari, sed iis rationibus quas so-
litudo postulat exercitati, etiam crudum ovum impetu illo coxerunt
». Haec
ille. Iam vero si quis tantarum causas rerum inquirat, audiat enecam philo-
sophum, quando hic inter caeteros Galilaeo probatur, de his philosophice dispu-
tantem. Ille enim, ex sententia, primum, Posidonii, «In ipso aëre, inquit, quid-
quid attenuatur, simul siccatur et calet
»; ex sua vero sententia, «Non est,
inquit, assiduus spiritus cursus, sed quoties fortius ipsa iactatione se accendit,
fugiendi impetum capit
». Sed longe haec apertius alibi, ubi fulminis causas
inquirens, «Id evenit, inquit, ubi in ignem extenuatus in nubibus aër verti-
tur, nec vires quibus longius prosiliat invenit
» (audiat iam quae sequuntur
Galilaeus, sibique dicta existimet): «non miraris, puto, si aëra aut motus
extenuat, aut extenuatio incendit; sic liquescit excussa glans funda, et attritu
aëris velut igne distillat
». Nescio sane, an diserte magis aut clarius
dici unquam id posset. Sive igitur poëtarum optimis, sive philosophis
credas, vides, quicumque hac de re dubitas, atteri posse per motum aërem,
atque ita incalescere, ut vel plumbum eius calore liquescat. Nam quis hic
existimet, viros virorum florem eruditissimorum, cum de iis loquerentur quorum
in re militari quotidianus erat etiam tunc usus, egregie adeo atque impudenter
mentiri voluisse? Equidem non is sum, qui sapientibus> hanc notam inuram
.
Io non posso non ritornare a meravigliarmi, che pur il Sarsi vo-
glia persistere a provarmi per via di testimonii quello ch'io posso
ad ogn'ora veder per via d'esperienze. S'essaminano i testimonii
nelle cose dubbie, passate e non permanenti, e non in quelle che sono
in fatto e presenti; e così è necessario che il giudice cerchi per via
di testimonii sapere se è vero che ier notte Pietro ferisse Giovanni,
e non se Giovanni sia ferito, potendo vederlo tuttavia e farne il visu
reperto
. Ma più dico che anco nelle conclusioni delle quali non si
potesse venire in cognizione se non per via di discorso, poca più stima
farei dell'attestazioni di molti che di quella di pochi, essendo sicuro
che il numero di quelli che nelle cose difficili discorron bene, è mi-


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