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Biblia, Col » Galilei, Galileo Il Saggiatore - p. 366

Galilei, Galileo

Il Saggiatore


fiamma, doverci ascondere le stelle; il che vedendo noi ch'ella non
faceva, ci parve avere argomento assai concludente per provar ch'ella
non fusse uno incendio. Ora il Sarsi, curando poco o niente la prin-
cipal sustanza di tutto questo ragionevolissimo discorso, appiccandosi
a quel sol detto del Sig. Mario, che la fiammella d'una candela non
è trasparente, si persuade e promette la vittoria, tuttavolta ch'ei
possa mostrare, la detta fiammella aver pur qualche trasparenza; e
dice che chi avvicinerà a quella un foglio scritto, sì che quasi la toc-
chi, e porrà diligente cura, potrà vedere i caratteri: al che io ag-
giungo «tuttavolta ch'ei sia di vista perfettissima», perché io, che
però non son losco, stento a poterli vedere, servendomi anco degli
occhiali, quanto più posso da vicino.
È ben vero che oltre alla detta, molt'altre esperienze adduce il
Sarsi: tra le quali, e per riverenza e per religiosa pietà e per esser
ella di suprema autorità, debbo primieramente far considerazione so-
pra quella che il medesimo Sarsi ripone nel primo luogo, pigliandola
dalle Sacre Lettere. Dove, insieme co 'l Sig. Mario, noto le parole
della Scrittura precedenti alle citate dal Sarsi, le quali mi par che
dicano che avanti che il re vedesse l'angelo e i tre fanciulli cam-
minar per la fornace, le fiamme fussero state rimosse; ché tanto mi
par che importino le parole del Sacro Testo, che son queste: Angelus
autem Domini descendit cum Azaria et sociis eius, et excussit flammam
ignis de fornace, et fecit medium fornacis quasi ventum roris flantem.
È
noto, che dicendo la Scrittura flammam ignis, par che voglia far
distinzione tra la fiamma e 'l fuoco; e quando poi più a basso si legge
che il re vede caminar le quattro persone, si fa menzione del fuoco,
e non della fiamma: Ecce ego video quatuor viros solutos et ambulantes
in medio ignis.
Ma perché io potrei grandemente ingannarmi nel pe-
netrare il vero sentimento di materie che di troppo grand'intervallo
trapassano la debolezza del mio ingegno, lasciando cotali determi-
nazioni alla prudenza de' maestri in divinità, anderò semplicemente
discorrendo tra queste inferiori dottrine, con protesto d'esser sempre
apparecchiato ad ogni decreto de' superiori, non ostante qualsivoglia
dimostrazione ed esperimento che paresse essere in contrario.
E ritornando all'esperienze del Sarsi, per le quali ei ci fa vedere
trasparir per varie fiamme diversi oggetti, dico che posso liberamente
concedergli, tutto questo esser vero, ma di nessuno sollevamento alla


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