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Parmenides - Testimonia » Galilei, Galileo Il Saggiatore - p. 229

Galilei, Galileo

Il Saggiatore


che di Copernico, egli avrebbe avuto bisogno che le vi fussero state
scritte; onde, in difetto, l'ha volute supplir del suo.
E prima, non si trova nella scrittura del Sig. Mario buttato, come
si dice, in occhio, né attribuito a mancamento al P. Grassi l'aver
giurato fedeltà a Ticone e seguitate in tutto e per tutto le sue vane
machinazioni. Ecco i luoghi citati dal Sarsi. Alla fac. 18:
«Appresso verrò al Professor di Matematica del Collegio
Romano, il quale in una sua scrittura ultimamente publicata pare che
sottoscriva ad ogni detto d'esso Ticone, aggiungendovi anco qualche
nuova ragione a confermazion dell'istesso parere
». L'altro luogo a
fac. 38: «Il Matematico del Collegio Romano
ha parimente per quest'ultima cometa ricevuto la medesima ipotesi; e
a così affermare, oltre a quel poco che n'è scritto dall'Autore, che
consuona colla posizion di Ticone, m'induce ancora il vedere in tutto
il rimanente dell'opera quanto ei concordi coll'altre Ticoniche im-
maginazioni
». Or vegga V. S. Illustrissima se qui s'attribuisce cosa
veruna a vizio e mancamento. Di più, è ben chiarissimo che non si
trattando in tutta l'opera d'altro che de gli accidenti attenenti alle
comete, de' quali Ticone ha scritto sì gran volume, il dire che il Ma-
tematico del Collegio concorda coll'altre immaginazioni di Ticone, non
s'estende ad altre posizioni ch'a quelle ch'appartengono alle comete;
sì che il chiamar ora in paragon di Ticone, Tolomeo e Copernico, i
quali non trattaron mai d'ipotesi attenenti a comete, non veggo
che ci abbia luogo opportuno.
Quello poi che dice il Sarsi, che nella scrittura del suo Maestro
non vi si trova altro, in che egli abbia seguito Ticone, fuor che le
dimostrazioni per ritrovare il luogo della cometa, sia detto con sua
pace, non è vero; anzi nessuna cosa vi è meno, che simile dimostra-
zione. Tolga Iddio che il P. Grassi avesse in ciò imitato Ticone, né
si fusse accorto, quanto nel modo d'investigar la distanza della co-
meta per l'osservazioni fatte in due luoghi differenti in Terra, si mo-
stri bisognoso della notizia de' primi elementi delle matematiche. Ed
acciocché V. S. Illustrissima vegga ch'io non parlo così senza fonda-
mento, ripigli la dimostrazion ch'egli comincia alla fac. 123 del trat-
tato della cometa del 1577, ch'è nell'ultima parte de' suoi Progin-
nasmi
nella quale volendo egli provare com'ella non fusse inferiore
alla Luna per la conferenza dell'osservazioni fatte da sé in Urani-


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