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Plato - Cratylus » Lando, Ortensio Paradossi - p. 134

Lando, Ortensio

Paradossi, cioè sentenze fuori del comun parere


nosciuto in Lombardia un barone delle più illustri case, il qual ri-
dendo, tutto pieno di festa, mi raccontava avere fatto sacheggiare
il granaio ad un suo vasallo, per che egli era ito alla caccia, quan-
tunque pur di lontano veduto non avesse né lepre, né di lepre ve-
stigio; e faceva professione di uomo evangelico. O Cristo, è pur
grande la tua sofferenza, ben sei tu detto con ragione patiens et
longanimis
, poi che soffri sì pazientemente sulla terra questi cru-
deli e inessorabili mostri, nati per divorare l'umilissima tua plebe.
Ho conosciuto nel reame di Napoli prìncipi che aveano l'animo di
lupo, anzi che d'uomo. Non raccontare più de fatti particolari che
contato ne abbia, per che il dolore che ne sento tutto m'indeboli-
sce e fammi divenire le mani al scriver tarde e lente. Non sono
questi portamenti atti e sofficienti a provocare Iddio a sdegno
e far che li Stati per longa successione de tempi posseduti altrove
finalmente si traportino? Sì sono certo. Crederemo noi che se li
prìncipi volessero far l'uffizio loro, che tanti se ne trovassero chi
cercassero d'esser signori o vero chi si dolessero essendone priva-
ti? Credo veramente di no. Niuno adunque si dolga se perde il Sta-
to, anzi ralegrisi, come ralegrar si suole chiunque è di grave soma
scaricato: meglio è veramente di perderlo che tanto indugiare ch'e-
gli lor poscia perda e distruga.


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