BIVIO: Biblioteca Virtuale On-Line
Plato - Respublica » Lando, Ortensio Paradossi - p. 141

Lando, Ortensio

Paradossi, cioè sentenze fuori del comun parere

contra ' Latini, indutto sol che per mercede gli ne fusser date non
so che misure
(sì come scrive Varrone). Passeromela io con silen-
zio che tanto al nostro Redentor piacesse, che l'acqua (come cosa
men buona) in prezioso vino tramutasse, e al fine di sua vita
chiedesse bere? Col vino sanò l'impiagato samaritano, col vino
volle che si facesse la reverenda memoria del suo supplizio e al-
tresì vuolle che Abraamo cortese offerta ne facesse. E se il vino al
nostro Signor sì mirabilmente piacque, e la sua madre tanta cura
prese nelle nozze di Galilea perché non ve ne mancasse, maravi-
gliarenci noi con ragione se anche stremamente sia stato a quelli
grato che detti furono suoi vicarii? Erano trovati spesso spesso da'
lor famigliari imbriachi Nicolao V e Paulo II. Giulio ancora (il
valoroso pontefice), gloria di tutta Liguria, sovente imbriacavasi,
donde poi l'ardir pigliava contra le forze francesche, e il conseglio
di fare i ricchi acquisti alla santa romana Chiesa. Ma volete
più apertamente vedere di quanta nobiltà e eccellenza sia l'esser
imbriaco? in ciò consideratelo che parlando la Scrittura del risve-
gliamento di Giesù, fa tal comparazione: «Resurrexit Dominus
tanquam potens, tanquam crapulatus a vino
», cioè il Signore è ri-
suscitato come risuscitar sogliono doppo il sonno gli imbriachi. Più
oltre procederei vie più che di buon animo, perché godo infinita-
mente di cotai discorsi; ma perché fuggo volentieri l'odiosa prolis-
sità, qui farò il fine, essortando ognuno ad abracciar l'imbriachez-
za, e schivar la sobrietà, la qual fa gli uomini maninconici, intro-
nati, e pusillanimi.


pagina successiva »
 
p. 141