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Vergilius Maro, Publius - Aeneis » Lando, Ortensio Paradossi - p. 87

Lando, Ortensio

Paradossi, cioè sentenze fuori del comun parere


attenda il medesimo Profeta: «Hi in curribus, et hi in equis, nos
autem in nomine Domini
». Veramente tutte le volte ch'io vego
alcuni più che 'l dovere de' cavalli amici, così penso incontanente
fra me stesso, e dico: «Tra l'amante e la cosa amata conviene gli sia
qualche similitudine, altrimenti non si crearebbe mai sì ardente
amore; poi che adunque costoro ne sono tanto vaghi, poi che se gli
fanno in tutto schiavi, poscia che altro non appetiscono e per aver-
ne mandano ora nel reame di Napoli, ora in Turchia, e ora in Ispa-
gna, certo che deveno anch'essi avere del cavallo, e deveno par-
ticipare di quella bestiai natura». Non voglio al presente racconta-
re tutti gli incommodi che essi n'apportano, sì nelle case nostre
come ne' viaggi, dove se trottano ti rumpano le reni, e se vanno
all'ambio troppo spesso inciampano. Sono oltre questo (sì come
riferisce Absirto co gli altri scrittori dell'arte veterinaria) sogget-
ti a tutte l'infirmità alle quali soggetti sono gli uomini. Lasciovi di
dir il rimanente de' fastidi che ne dano, per non trapassare da un
paradosso all'altro; bastavi che non sieno da disiderare e beni di
fortuna per accommodarsi, anzi per meglio dire, per incommodar-
si di cotal cosa. Ma per che si bramano adunque tanto?
bramansi forse per possedere diamanti, rubini, topazii, smiraldi o
altre simili gioie? Se per questo si bramano, fassi nel vero troppo
vanamente. Non veggiamo noi che il pregio di quelle consiste o
nell'appetito de' ricchi e pazzi uomini, o nella parola de' bugiardi
mercatanti? non veggiamo altresì che il prezzo e la reputazione lo-
ro è più d'ogn'altra cosa all'incertezza e varietà soggetta? L'agata
ch'ora è in sì vil pregio, fu in grandissima stima, e Pirro una già
n'ebbe qual tenne maravigliosamente cara. Il zaffiro, perché imita
il color celeste, fu in gran reputazione appresso gli antichi, ora
quasi si vilipende, e come cosa di poco valore si tiene. Il diaman-
te poco si prezzava, ora è tenuto gratissimo. Lo topazio era avuto
caro dalle donne, ora non so per qual cagione in sì vil stima l'ab-
bino. Lo smiraldo fu già in suprema dignità e al presente se ne sta
agietto, e par che si doglia della sua cambiata sorte. Ma vegasi
un poco più diligentemente di che giovamento e valore sieno le
gioie, quando non puòte il maraviglioso carbonchio del re Gioan-


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