BIVIO: Biblioteca Virtuale On-Line
Aristoteles - Analytica posteriora » Lando, Ortensio Paradossi - p. 88

Lando, Ortensio

Paradossi, cioè sentenze fuori del comun parere


ni impedir ch'egli (mal grado suo) non capitasse nelle mani de'
nemici, e in possanza di quelli non morisse. Ma forse che tu disi-
dri danari per avere le case tue de vari e belli drappi ornate,
e per adobarti di ricamate e preziose vesti? Ma ben stolto da do-
vero e accecato sei, se non t'accorgi che per quelle vivi sempre in
continua molestia, provedendo che non sieno danneggiate da' to-
pi, consumate da' ragni, e dissipate da' tarli, bisognandole sì spes-
so piegare, scottere, spiegar, sventolare e anche da' ladroni guar-
dare; oltre che essere si vede una espressa vanità a volere coprir e
cuorpi nostri (ch'altro non sono che puro fango) di bisso, di por-
pora, o d'altro prezioso coprimento. Disidererò io d'essere ricco
per avere le volte de finissimi vini ripiene? per imbottar grechi,
corsi, sanseverini, salerni, fastignani, rocesi, amabili, brianceschi,
tribiani, vernaccie e altre sorti, che per non parere un cinciglione
tutte non le voglio nomare? Non, che per questo non lo debbo gia-
mai disiderare, essendoci stato datto il vino dalli Dei (sì come af-
ferma il divino mio Platone) per fare un'aspra vendetta contra
de' mortali: così vendicossi già de molti suoi nemici, inducendoli
all'inebriarsi, e poi finalmente all'uccidersi. Androcida scrisse ad
Alessandro che il vino era il sangue della terra e che si schivasse


pagina successiva »
 
p. 88