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Lucretius Carus, Titus - De rerum natura » Lando, Ortensio Paradossi - p. 180

Lando, Ortensio

Paradossi, cioè sentenze fuori del comun parere


mai per alcun secolo il più saldo e costante petto; come abitase an-
gustamente il divoto Ilarione ne' deserti orientali, la cui cella (co-
me afferma santo Gerolamo) avea assai più sembianza di sepol-
cro che di umana abitazione. Galba ancora ebbe una casa sì pie-
na di fessure, e talmente da molti lati scoperta, che essendogli
richiesto il tabarro e il mantello in prestanza, iscusossi non po-
terglilo prestare, avendo per quel giorno da rimanersi in ca-
sa, ispezialmente veggendo poco lontano una dirotta pioggia
. Giu-
lio Druso Publicola ebbe similmente casa talmente aperta, e alla
rovina inchinata, che quasi da chiunque stava di fuori ogni sua do-
mestica azione poteva esser veduta. Veramente che parmi deside-
rio più d'ogn'altro pazzo e ambizioso il volere abitare ne' palagi, e
avere a schifo l'umili case, quasi che possino meglio alla repentina
morte, alle sciagure strane, e alle molte infirmità contrastare. Dite-
mi voi delle storie studiosi: quando Tulio Ostilio fu dal ciel per-
cosso non era egli nel suo real palazzo? similmente quando Tar-
quinio Prisco fu ucciso non s'era egli ridotto nelle sue reali came-
re? Il medesimo si potrebbe pur affermare di molti signori nelle
proprie abitazioni per vari accidenti morti. Ma ditemi: puòte in al-
cun modo riparare al duca d'Urbino il palazzo con tanta industria
e ornamenti edificato che egli non fusse ne' suoi tempi un essem-


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