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Aristoteles - De anima » Lando, Ortensio Paradossi - p. 197

Lando, Ortensio

Paradossi, cioè sentenze fuori del comun parere


Cristo in Portugallo, e altri tanti tutti amici di guerra, e nati per
mantenerla, dalla quale germogliarno sempre cose stupende. Là
onde vedesi esser la pace cosa insolente, superba, orgogliosa, ne-
gligente, ociosa, e corrutrice delli alti e nobili intelletti, come chia-
ramente in G. Mario apparve il quale nella guerra niuno ebbe su-
periore in bontà e in valore, e nella pace non vi fu di lui né il più
tristo, né il più dannoso. La pace spegne ciò che di meglio nel-
l'uomo si ritrova, e la peggior parte di quello nudrisce e mantiene.
Ma ditemi voi che avete in odio la guerra, sono altro gli odii, le ne-
micizie e sedizioni che instrumenti cui spesso usa la natura a far
sue buone e lodevoli operazioni per salute dell'universo? Per la
qual cosa penso io non senza misterio fusse da' Romani chiamata
la guerra bellum, e veramente che bella dir si deve quantunque gli
effeminati e ociosi de' nostri tempi aspramente ci contradichino.
Oh quanti virtuosi esserciti agevolmente distrusse non dirò la pa-
ce, ma una sol tregua che suole essere anche di virtù molto infe-
riore; recò ella sempre alle città inique leggi mantenendo segreti
odii e aperta tirannide, e tuttavia facendo e costumi nostri più mol-
li e più lascivi. Lego nelle divine scritture aver il Signor nostro
detto a' suoi discepoli: «Chi non ha spada venda la veste e com-
prisela
», e Esso istesso dice d'esser venuto a porre il fuoco in ter-
ra
e voler ch'egli arda chiamandosi per nome proprio fuoco con-
sumante
; lego similmente nelle più sante lettere che egli era pie-
tra di scandalo
e di contradizione e amador della discordia, e


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