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Lando, Ortensio

Paradossi, cioè sentenze fuori del comun parere



XXI
Non esser da dolersi se la moglie si muoia
e troppo stoltamente far che chiunque la piagne
Paradosso XXI


Vorrei detto fusse con buona grazia delle donne, l'inimicizia
delle quali fugo più che il fuoco, e schivo più che la peste, che il
perder moglie sia come perdere la rogna, l'asma, la febre o l'an-
guinaglia, perdita veramente da ralegrarsi più tosto che da tristar-
si. Certo qualunque si ramarica di cotal giattura vorrei considerasse
se quando moglie prese, saggia e buona trovolla o pur malva-
gia e iniqua. Se buona la ritruovò, perché non spera animosamen-
te poter con la medesima agevolezza trovarne un'altra simigliante?
ma se con sua industria di cattiva buona la ridusse, perché non ne
riduce egli un'altra di nuovo, che assai maggior lode e gloria ne ri-
porterà? Mi ramento d'aver letto che essendo pregato M. Tullio da'
suoi amici a ripigliar donna, poi che Terentia (la perfida) scorda-
tosi lo fervente amore molti anni dal marito portatole, congiunta si


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