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Plato - Respublica » Lando, Ortensio Paradossi - p. 202

Lando, Ortensio

Paradossi, cioè sentenze fuori del comun parere

fu di matrimonial copula con Salustio suo mortal nemico, rispon-
desse non potere e alla moglie, e alli studi della vera sapienza in-
siememente attendere
. Non è in effetto cosa più dura al mondo da
sofferire che ritrovarsi il letto occupato a quelli spezialmente che
amano i dolci e ripostati sonni, e nell'animo loro vanno sempre
rivolgendo alti e nobili pensieri. Una sol cosa ci è la quale ad al-
cuno per aventura parerebbe degna di poterci trar dagli occhi ama-
rissime lagrime, e questa si è quando si ritrovano savie, pudiche, e
di lor mariti amorevoli: e io dico starsi allora la quiete della casa in
maggior pericolo con ciò sia che cotali donne ardino sempre di ge-
losie e sospizioni maggiori che non fanno quelle che triste sono te-
nute; là onde parmi di necessità sia che la casa per infinita discor-
dia, e molto disparer alla fine cada e rovini. Mitione terentia-
no disse già: «Et quello che si reputa fortunata cosa mai non ebbi
moglie
». Poi che adunque col prenderla perduto se ha fortuna tan-
to disiderata, non è ben fatto che sì agevolmente con la morte si ri-
cuperi? Non è certamente da lagnarsene, contradichi pur chi vuo-
le. Cremete ancora appresso di Terenzio in tal maniera parla:
«Presi donna e nacquermi figliuoli, qual sorte di miseria non vid-
di io?
». Grande in effetto è la disgrazia di qualunque piglia moglie,
con ciò sia che se a nobile si abatte, convengagli sofferire l'alte-
rezza e stremo orgoglio che suol esser congiunto con la moderna
nobiltà; e se in saggia donna incappa, rade volte accade che ignu-
da senza dote non li sia data, oltre che con la sua sapienza si per-
suade d'esser atta a dar leggi ad ogni gran republica. Ma fate che
ricca sia, voi vedrete che del continuo gli rinfacciarà la dote, e ve-
ragli a noia col raccontargli le longhe genealogie de' suoi parenti,


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