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Biblia, 2 Cor » Lando, Ortensio Paradossi - p. 93

Lando, Ortensio

Paradossi, cioè sentenze fuori del comun parere


mente invaghito che ne menava smania; il re, volto ad Appollonio
Tianeo ch'era tenuto da ciascuno un fonte di sapienza, diman-
dogli che pena se gli dovesse per questo suo temerario ardimento;
«Non altra, disse Appollonio, salvo ch'egli viva», che fortemente
maravigliandosi, soggiunse: «Non dubitare, signor mio, ch'amore
(s'egli persevererà in così folle pensiero) non gli faccia sentir ac-
cerbissimi martiri: sarà come una nave da contrari venti combat-
tuta
, volarà il meschino al fuoco e a' propri danni, come templi-
ce farfalla, arderà e sarà in giaccio, vorrà e non vorrà in un tratto,
e ugualmente averà in odio e morte e vita». Né certo si aba-
gliava punto. Con ciò sia che amore fusse quello che trasse dal sen-
no il saggio Salomone e lo fece prevaricare la santa legge. Indusse
ancora Aristone effesino figliuolo di Demostrato a giacersi con
un'asina e generarne una figliuola che fu poi per nome detta Ono-
seli
; questo ancora persuase a Tullio Stello l'innamorarsi d'una
cavalla e da quella generarne una bellissima figlia, la qual chiamassi
Epona; il medesimo sospinse Cratis pastor sibaritano ad accen-
dersi d'una capra, mosse Fedra e Gidica moglie di Cominio al-
l'amor de' figliastri, Bibli ad amare il fratello, Pasife a congiun-


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