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Cicero, Marcus Tullius - De officiis » Lando, Ortensio Paradossi - p. 251

Lando, Ortensio

Paradossi, cioè sentenze fuori del comun parere


fati univoci; letto ho io quella Poetica e più volte riletto, né mai vi
ho trovato cotal cosa. Questi adunque non sono e veri Ari-
stoteli. Ritorno or di nuovo a M. Tullio, il qual scrivendo ad Atti-
co, e delle sue opere parlando, narra d'esser stato consigliato di
far come Aristotele nella Politica, il quale avea fatto dir ad altrui
ne que' libri ciò che egli non approvava, e esso avea distesamente
scritto tutto quel che vero giudicava; dove similmente fa menzione
dell'usanza qual Aristotele ebbe di scrivere in dialogo. Vegniamo
ancora più avanti: scrive egli nelle Tuscolane parlando del fin no-
stro, e dice: «Vengane quel fiume d'oro di eloquenza»; e in molti
altri luoghi sempre lo allega come eloquentissimo, politissimo e
pieno d'ogni vago ornamento. E dove consiste questa tanta elo-
quenza? dove si vede questa larga copia di orazione? qual uomo
esercitato nella lingua greca confessa, o ammira questo splendore
di parole? Tutti confessano ben volentieri che elle sieno convene-
volmente proprie, ma non però molto eleganti e dolci. Fu per que-
sto da molti filosofi giudicato che lo libro Del mondo non fusse di
Aristotele, per esser assai più degli altri terso e facondo, ispezial-
mente essendovi davanti il proemio, e facendosi di quello ad altrui
dono, cosa da lui ne gli altri suoi volumi non usata. Non è anche
solito Aristotele di far proemii longhi, né di porvi lo nome di al-
cuno. Vegniamo ora alii Problemmi, dove si ripetteno mol-
te volte le medesime cose, e con ragioni fredde e sciocche scio-
glionsi alcune vane quistioni, cosa aliena da sì gran lume d'ingegno
e da sì profunda dottrina come il comune grido gli ne da vanto.
Tullio ancora, il cui testimonio appresso di me è troppo gran pe-
so, nelle Disputazioni Tusculane (che così esso le chiama, e non
Quistioni) dice apertamente che li libri de' Morali furono fatti da
Nicomaco suo figliuolo maravigliandosi di chi altrimenti giudica,


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