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Vergilius Maro, Publius - Aeneis » Lando, Ortensio Paradossi - p. 255

Lando, Ortensio

Paradossi, cioè sentenze fuori del comun parere


Dimmi, barbaro, non comise egli grave error sciogliendo la qui-
stione perché ne rimanga il corpo effeminato segati che sieno li
testicoli? Ha pur ancora errato dicendo che lo principio del spon-
taneo movimento e del senso fusse nel cuore, apparendo per cer-
tissime dimostrazioni esser nel cervello. Deh come apassionato
sempre ti mostrasti verso questo tuo indotto precettore. Narra
Laerzio nella sua vita che egli abbi scritto quatro cento volumi;
non dirò già io per ora che Laerzio ne menta, dirò ben ch'egli fus-
se poco accorto non avertendo che abusando esso del favore di
Alessandro sacheggiasse spesso di buone librarie, et com-
prasse de' libri antichi. Non gli mancavano danari, avendo a fare
con quel buono uomo di Alessandro, che avea posto ogni suo pia-
cere in donare, sì come e prìncipi moderni pongono ogni lor di-
letto in rubbar l'altrui. Per quatro favole che detto gli avesse, gli
avrebbe dato la metà del scettro; buon per esso che ne que' tempi
venne, ch'ora non so se così facilmente gli riuscisse, di maniera
veggio e signori nostri divenuti più avari che il fistolo, e più ri-
stretti che il giaccio. Furacchiava poi da' libri che comprava, e di
pergamene in pergamene traportando, era di necessità che infiniti
errori si commettessero, per ciò che non sapendo il bricone lette-
re, non si poteva di leggieri accorgere se fedelmente si trascrives-
sero o non. E così nacquero ne' suoi libri moltissimi falli, quasi in-
supportabili alle erudite orecchie. Come sarebbe che l'origine de'
nervi fusse nel cuore, e che d'indi la vertù nutritiva come da fon-
te ne venisse. Di qui avenne forsi anche l'abagliarsi nel rifferir le
cause della visione; e similmente nell'annoverare le parti dell'ani-
ma, falsamente da lui facilità chiamate, con ciò sia che tutte in-


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