Lando, Ortensio
Paradossi, cioè sentenze fuori del comun parere
ve Valerio Massimo che M. Tullio il qual dir si può meritamente
non solo il padre dell'eloquenza, ma fonte ancora d'ogni bella e va
ria dottrina, in sua vecchiezza stremamente l'odiasse come forse
potissima cagione de' suoi longhi travagli; né veramente crede
rommi che a torto l'avesse in odio, poi che ritrovati si sono molti
altri di chiaro intelletto, qual fu Licinio imperadore, Valen-
tiano, Eraclide litio, e Filonide melitense, li quali chiamarno le
lettere, or publica peste, e ora publico veneno. Silla ancora e Ne-
rone grandimenti si duolsero di averle apprese; ma più d'ogn'altro,
il profeta David parmi aver mostrato il gran bene che dall'essere
ignorante ne risulta, così ne' suoi divini versi dicendo: «Quondam
non cognovi literaturam introibo in potentias Domini, memorabor
iustitiae tuae solius
»: cioè, perché non ho saputo lettere, goderò
delle grandezze de Iddio, ricordevole della sua giustizia. Trovo di
più, nelle scritture sacre, che chi aggiugne scienza aggiugne do-
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