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Lucretius Carus, Titus - De rerum natura » Lando, Ortensio Paradossi - p. 121

Lando, Ortensio

Paradossi, cioè sentenze fuori del comun parere


mo noi che sia ad un viandante vedersi traversar la strada da squal-
lidi serpenti, da venenosi rospi, e da mordaci ramarri; vedersi sot-
to gli occhi precipizii pieni di spavento, vedere in faccia un inimi-
co mortale, vedersi con la bocca e con le mani schernire e ucella-
re. Non si lege da' cristiani nel sacro santo Vangelo: «Beati oculi
qui non viderunt
», beati gli occhi che non viddero? Certamente,
se occhi in capo non avea un mio caro amico, egli non avrebbe gli
anni passati, con estremo suo dolore, veduto la moglie con un pes-
simo adultero abracciata. Ahi tropo curiosi occhi nostri, di quanti
affanni ne siete voi cagione? Quante cose mostrate voi al semplice
animo per turbargli la grata sua quiete? Quante lettere scritte,
quanti sculpiti motti rappresentate al cuore per riempirlo d'amari-
tudine? Quanti gesti, quanti movimenti vegono gli occhi, cagione
che poscia mai né lieti, né contenti viviamo.


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