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Ovidius Naso, Publius - Tristia » Ripa, Cesare Iconologia - p. 270

Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione d'Imagini delle Virtù, Vitii, Affetti, Passioni humane, Corpi celesti, Mondo e sue parti [1611]


et che conviene a' paesani, per raccorre qualche cosa da vivere, zap-
pare i loro sassosi et aspri luoghi, anzi spezzare li sassi per accrescere la
coltivatione. Il medesimo accenna Cicerone in un'oratione contra Rul-
lo
dicendo: Ligures montani, duri et agrestes.
La veste col recamo d'oro dinota la copia grande de' danari, oro, ar-
gento et altre ricchezze infinite, di che abondano questi Popoli, li qua-
li con industria et valore hanno in diversi tempi acquistate et tuttavia l'au-
gumentano in infinito, come Giovan Maria Cataneo nella sua Genova
ampiamente ne scrive.
Tiene con la sinistra mano il ramo della palma, per dimostrare che non
poco honore riceve ogn'anno da questa pianta questa Provincia, poiché
de i suoi candidi rami il Sommo Pontefice nella Quadragesima benedi-
sca et distribuisca con molta veneratione a tanti Illustrissimi Signori
Cardinali, a Prelati et ad altri principali.
La destra mano aperta con l'occhio in mezo di essa significa l'indu-
stria di questi popoli, con la quale suppliscono al mancamento naturale
del paese in procacciarsi con varie arti tutte le cose che fanno al ben vive-
re, come il detto Cataneo denota con li seguenti versi:
Ingenio hos sublimi homines, animosaque corda
Viribus invictis perperit duresque lacertos.

Si dipinge la detta figura di aspetto feroce, armata di corsaletto, elmo,
con lo scudo, dardi et con l'habito succinto, percioché narra Strabone
nel quarto libro et il Biondo che i Liguri sono stati sempre ottimi et va-
lorosi Soldati et che solevano adoperare gli scudi et erano buoni lancia-
tori et Giordano Monaco Scrittore delle cose Romane dice che questi
popoli ricusarono molto di venire sotto il giogo de' Romani et che ani-
mosamente et ostinatamente fecero loro gran resistenza et Livio ancora,
ragionando della loro ferocità, dice che pareva che fossero a punto nati que-
sti huomini per trattenere li Romani nella militia, che spesso con ingegno
bisognava essere con loro alle mani et che non era Provincia più atta
a fare che i Soldati Romani divenissero forti et animosi di questa, per
le difficultà de' luoghi fra quelle aspre montagne, dove era necessario as-
salirgli, come anco per la destrezza et coraggio de i detti che non davano
tempo a i Romani di riposare, il qual valore se bene in quei tempi mo-
strarono, secondo Livio et altri gravissimi auttori, nondimeno ogni gi-
orno a maggiori imprese si sono esposti, da' quali han riportato gloria et
honore, fra quali imprese non tacerò quella vittoria che Biagio Asareto
hebbe contro Alfonso Re di Aragona, il quale si rese prigione in mano di
Iacomo Giustiniano delli Signori de l'Isola di Scio, uno de li capi dell'Ar-
mata, essendo chiarissima la fama del suo grande valore. Similmente
in questa gloriosa Vittoria fu preso Giovanni Re di Navarra et l'Infante


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