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Ovidius Naso, Publius - Halieutica » Ripa, Cesare Iconologia - p. 277

Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione d'Imagini delle Virtù, Vitii, Affetti, Passioni humane, Corpi celesti, Mondo e sue parti [1611]


essendo tramezata tutta da i monti Apennini sta in mezo a tali monti,
percioché l'Umbria si chiama l'umbelico d'Italia, come dicono M. Var-
rone, Plinio et altri. Il che anco chiaro dimostra Francesco Mauro da
Spello nel primo libro della sua opera intitolata Francisciados, dove descri-
ve la vita del Serafico S. Francesco mentre dice:
Nonne idem Italiae monstrabas saepius oram
In medio glebae laetam ubere Tybris amoeno
Amne secat qua pingue solum, lenisque Subasi,
Qua latera excelsi laevo ferit ardua cornu?
Hinc Erebi excidio regnis narrare solebas
Venturum Heroem.

Sostiene con la destra mano un tempio risplendente, percioché nell'Um-
bria son due gran capi di Religioni delle maggiori che sian al mondo, uno
del quale fu il gran Padre S. Benedetto da Norcia, sotto il quale militano
30. altre Religioni, et son stati di quest'ordine monastico da 60. Papi,
molti Imperatori d'Oriente et d'Occidente, Re, Duchi, Principi, Conti,
Imperatrici, Reine, Duchesse et altre donne, per nobiltà, dottrina e san-
ta vita illustri. L'altro capo è il Serafico Padre S. Francesco d'Assisi fon-
datore della Religion de' Frati Minori, cioè de i Capuccini, de l'Osservan-
ti, de i Conventuali, del terz'ordine de' Riformati, de' Cordigeri e molt'al-
tri che vivono et viveranno sotto regola e protettione di S. Francesco, i
quali il Sig. Dio, per i meriti di questo gran Santo a sua imitatione fa sem-
pre novamente sorgere per tutta la Christianità conforme all'oratione, che
di lui canta la Santa Chiesa dicendo: Deus, qui Ecclesiam tuam Beati Francisci me-
ritis foetu novae prolis amplificas,
etc. Lascio da parte S. Chiara capo d'infi-
nite Vergini, che nelli claustri servono all'altissimo Dio, et molti altri San-
ti et Sante, de' quali n'è pieno il Catalogo. Et che anticamente l'Umbria sia
stata piena di Religione lo accennò Propertio nel lib. 4.:
Umbria te notis, antiqua penatibus edit.
Gli si dipinge appresso l'horribil cascata del lago Velino, hora detto Piè
di Luco, come cosa non solo in questa Provincia notabile, ma anco in tut-
ta Italia, percioché è tale la quantità de l'acqua et il precipitio nel qual
impetuosamente casca, che lo strepito et percossa d'essa si sente rimbomban-
do per spatio di 10. miglia, dando a riguardanti maraviglia e spavento, et
per la continua elevatione de' vapori cagionati dalla gran concussion dell'
acqua reflettendoci i raggi del Sole, vien a formarsi un Arco celeste dai La-
tini chiamato Iris. Onde Plinio nel lib. 2. cap. 62. così dice:
In lacu Velino nullo non die apparere arcus,
come hoggi anco si vede; et se bene l'arco celeste alle volte significa
pioggia nondimeno questo, del qual si parla, non può esser preso in tal sen-
so, perché questo è particolare e non si fa se non di giorno, quando il Cie-
lo è più sereno, onde possa il Sole con i suoi raggi verberar quella parte
ov'è maggiore elevatione de i vapori per la concussion dell'acque, e non
tanto è notabile questo lago per la cagione detta di sopra, quanto perché è


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