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Vergilius Maro, Publius - Bucolica » Ripa, Cesare Iconologia - p. 278

Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione d'Imagini delle Virtù, Vitii, Affetti, Passioni humane, Corpi celesti, Mondo e sue parti [1611]


in mezo dell'Italia, come ancora lo descrive Vergilio nel 7. dell'Eneide:
Est locus Italiae in medio sub montibus altis
Nobilis et fama multis memoratus in oris
Amsancti valles, densis hunc frondibus antrum
Urget utrinque latus nemoris medioque fragosus
Dat sonitum saxis et torto vertice torrens.
Hic specus horrendum et saevi spiracula Ditis
Mostrantur ruptoque ingens Acheronte vorago.
Pestiferas aperit fauces, queis condita Erinnys,
Invisum numen terras coelumque levabat.

Non senza ragione se li conviene il cornucopia, perché, come dice Stra-
bone nel 7. lib. della sua Geografia, Universa regio fertilissima est della qua-
le anco Propertio nell'Epigramma ad Tullum de Patria Sua dice:
Proxima supposito contingens Umbria campo
Me genuit terris fertilis uberibus.

Et è di maniera fertile questa provincia che vi sono alcuni luoghi, co-
me quelli campi chiamati Rosea Reatina, che da Cesare Vopisco et da
M. Varrone sono chiamati il grasso d'Italia.
Il medesimo conferma anco il Botero et gli altri scrittori, sì antichi, co-
me moderni, et perché Stefano Urbibus dice che nell'Umbria gli ani-
mali due volte l'anno partoriscono et bene spesso gemelli, come anco le
donne et gli arbori duplicatamente producono et fiori et frutti, come si
vede anco ne i tempi nostri. Però mi pare che li convenga che il cornuco-
pia sia sostenuto da i Gemini et che di lei meritamente si possa dire quel
verso di Virgilio dell'Italia:
Bis gravidae pecudes, bis pomis utilis arbos.
Si pone ultimamente il Toro bianco a lato di detta figura perché in
questa provincia nascono bellissimi tori et per lo più grandi et bianchi, i
quali appresso de' Romani erano in grande stima, percioché di quelli si ser-
vivano i trionfanti nelli trionfi et sacrifitii, lavandoli prima nell'acqua del
fiume Clitunno. Onde Vergilio nella seconda Georgica dice:
Hinc albi Clitumne greges et maxima Taurus
Victima, saepem tuo perfusi flumine sacro
Romanos ad templa Deum duxere triumphos.

Et Silio Italico ancora nel 4 lib. de Bello Punico di questo parlando dice:
Mevanus Varrenus erat cui divitis uber
Campis fulginea et patulis Clitumnus in arvis
Candentes gelido perfundit flumine Tauros.

E nel libro ottavo:
Et lavat ingentem profundes flumine sacro
Clitumnus Taurum.

Et Francesco Mauro nel terzo libro Francisciados:
Et latos vicina tuos Meccania campos
Prospectu petit admirans quos litore sacro
Clitumni pascis candenti corpore Tauros.

Et deve haver intorno colli et pianure per dimostrare la natura del luo-
go, essendo dotata l'Umbria di valli, colli, piani bellissimi. Onde Si-
lio Italico nel lib. VI. de Bel. Pun. disse:
Colles umbros atque arva petebat
Annibal excelso summum qua vertice montis
Devexum lateri pendet Tuder, atque ubi latis
Porrecta in campis nebulas exalat inertes,
Et sedet ingentem pascens Mevania Taurum
Dona Iovi.


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