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Plato - Respublica » Ripa, Cesare Iconologia - p. 295

Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione d'Imagini delle Virtù, Vitii, Affetti, Passioni humane, Corpi celesti, Mondo e sue parti [1611]


l'altre provincie d'Italia, dimostrando ch'ella abbraccia et in sé contiene
più famosi Ducati, come di Milano.
Vi è anco l'antico et nobile Ducato di Turino, dove havevano il suo
seggio i Duchi de' Longobardi (secondo Paolo Diacono, Biondo et Sa-
bellico) et hoggi è posseduto con ottimo et giustissimo governo dall'Al-
tezza Serenissima di Carlo Emanuele Duca di Savoia vera-
mente Principe meritevole di maggiore et qualsivoglia stato, per esser egli
di singolar valore et risplendente di tutte le virtù, come anco celebre di
gloriosa fama, per la grandezza et antichissima nobiltà de l'origin sua.
Vi è anco Mantova, di Parma, di Piacenza, di Ferrara et hoggi quel-
lo di Reggio et Modena, de' quali quanto sia la magnificenza, la grandez-
za et lo splendore non solo di questa Provincia, ma di tutta l'Italia è no-
to a tutto il Mondo.
Le si dipinge a canto il Po, come cosa notabile di essa Provincia, il
qual passando per mezo di essa, gli apporta infiniti commodi e piaceri et è
celebre per lo fulminato Fetonte, che in esso cadde et si sommerse, come
divinamente lasciò scritto Ovidio nel secondo libro delle sue Metamor-
fosi
in questi versi:
At Phaeton rutilos flamma populante capillos,
Volvitur in praeceps, longoque per aera tractu
Fertur, ut interdum de Coelo stella sereno
Quae si non cecidit, potuit cecidisse videri.
Quem procul a Patria diverso maximus Orbe
Excipit Eridanus, fumantiaque abluit ora.

Si fa anche coronato il detto fiume, per essere il maggiore d'Italia, rac-
cogliendo nel suo grembo le ricchezze di molti altri fiumi et perché il Pe-
trarca nel Sonetto 143. così lo chiama:
Re de gli altri superbo, altero fiume
Anzi per essere non solo il maggiore d'Italia, come si è detto, ma
per non cedere punto alla grandezza de' più famosi del mondo, cioè del
Nilo e dell'Istro. Lucano nel lib. 2. così dice:
Quoque magis nullum tellus se solvit in amnem,
Erydanus fractasque evolvit in aequora sylvas,
Hesperiamque exhaurit aquis. Hunc fabula primum
Populea fluvium ripas umbrasse corona,
Cumque diem pronum tranverso limite ducens,
Succendit Phaeton flagrantibus aethera loris,
Gurgitibus raptis penitus tellure perusta,
Hunc habuisse pares Phoebeis ignibus undas.
Non minor hic Nilo, si non per plana iacentis
Aegypti lybicas Nilus stagnaret arenas.
Non minor hic Istro, nisi quod dum permeat orbem
Ister, casuros in quaelibet aequora fontes
Accipit, et Scyticas exit non solus in undas
etc.
Et come si è detto, si potrà dipingere questo fiume con la testa di toro
con le corna, percioché (come narra Servio et Probo) il suono che fa il
corso di questo fiume è simile al mugito de' buoi, come anco perché le
sue ripe sono incurvate a guisa di corna.
Il cornucopia, nella guisa che dicemmo, significa l'abondanza grande
causata da questo celebre fiume, essendo che nel tempo della canicola, co-
me narra Plinio nel lib. 3. cap 16., quando su l'Alpi si struggono le nevi,


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