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Biblia, Ex » Ripa, Cesare Iconologia - p. 317

Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione d'Imagini delle Virtù, Vitii, Affetti, Passioni humane, Corpi celesti, Mondo e sue parti [1611]


una sola cosa di accettarla o di rifiutarla come più piace. Et Aristotele
nel terzo dell'Ethica non è da tale definitione discordante, dicendo essere
una facultà di potersi eleggere diverse cose per arrivare al fine, percioché
non ha dubbio alcuno che da ciascuno è voluto e desiderato il sommo
bene, cioè la felicità eterna, la quale è l'ultimo fine di tutte l'attioni hu-
mane, ma sono gli huomini molto perplessi et varii e diversi tra di loro cir-
ca l'elettione de' modi e vie d'arrivare a quella meta.
Si dipinge giovane richiedendosi al libero arbitrio l'uso della discre-
tione, la quale tosto che è venuta nell'huomo fa ch'egli si disponga a con-
seguire il suo fine con i mezi li quali si convengono allo stato et alla con-
ditione sua.
L'habito Regio, lo scettro et la corona sono per significare la sua po-
testà di voler assolutamente quello che più assolutamente gli piace.
Li diversi colori nell'habito sono per dimostrare l'indeterminatione
sua, potendo come s'è detto per diversi mezi operare.
La lettera Greca Y si aggiunge allo scettro per dinotare quella sententia
di Pitagora Filos. famoso, che con essa dichiarò che la vita humana haveva due
vie, come la sopradetta lettera è divisa in due rami, del quale il destro è co-
me la via della virtù, che da principio è angusta et erta, ma nella sommi-
tà è spatiosa et agiata, et il ramo sinistro è come la strada del vitio, la qua-
le è larga et commoda, ma finisce in angustia et precipitii, sì come mol-
to bene spiegano i versi, i quali si attribuiscono a Virgilio.
Per la qual cosa attribuendo noi al Libero Arbitrio questa lettera, ra-
gionevolmente significano essere in mano sua eleggere la buona, la rea, la
sicura o men sicura via da potere pervenire alla felicità propostaci.
Littera Pythagorae discrimine secta bicorni,
Humanae vitae speciem praeferre videtur.
Nam via virtutis dextrum petit ardua callem
Difficilemque aditum primum spectatibas offert,
Sed requiem praebet fessis in vertice summo.
Molle ostentat iter via lata, sed ultima meta
Praecipitat captos voluitque per ardua saxa.
Quisquis enim duros calles virtutis amore
Vicerit ille sibi laudemque decusque parabit.
At qui desidiam luxumque sequetur inertem
Dum fugit oppositos incauta mente labores
Turpis, inopsque simul miserabile transiget aevum.


Licenza.

Donna ignuda et scapigliata, con la bocca aperta e con una ghir-
landa di vite in capo.
Licentiosi si dimandano gli huomini che fanno più di quello che con-
viene al grado loro, riputando in se stessi lode far quelle attioni che ne
gl'altri son biasimevoli in egual fortuna e perché puol esser questa licen-
za nel parlare, però si fa con la bocca aperta et perché puol essere anco nel-
la libertà di far palese le parti che per istinto naturale dobbiamo ricopri-
re, la qual cosa si mostra nella nudità; nel resto dell'altre opere pigliandosi
libertà di far molte cose, che non s'appartengono e questo si dinota con la


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