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Varro, Marcus Terentius - luogo non identificato » Ripa, Cesare Iconologia - p. 344

Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione d'Imagini delle Virtù, Vitii, Affetti, Passioni humane, Corpi celesti, Mondo e sue parti [1611]


come dice Columella lib. 3. cap. 24. Duris tenuissimisque ferramentis om-
ne opus rusticum exequendum.

Mostra con la sinistra mano i detti ferramenti, perché similmente in
detto mese chi fa arte di Campo deve mettere in ordine le gomere con li
suoi aratri, ricalzare vanghe, bidenti, zapponi et altri ferramenti necessa-
rii, per haversene poi a servire nel seguente mese, perché dice Marco Ca-
tone de Re Rustica cap. 5. Omnia mature conficias, nam res rustica sic est, si
unam rem sero feceris, omnia opera sero facies.

Bisogna dunque che sia molto vigilante et li negotii non vadino trat-
tenendosi de giorno in giorno, che perciò gli si dipinge il gallo a canto et
a questo proposito sarà bene che io faccia mentione di quello che narra
Plinio lib. 18. cap. 6. mostrando quanto sia utile all'Agricoltori l'essere vi-
gilanti et laboriosi.
G. Furio Cresino, di schiavo che gli era fatto franco, ricogliendo in
un campo molto piccolo molto più che i suoi vicini nelle possessioni gran-
di, era molto odiato, come se per incanti egli havese tirate a sé le biade de
i campi vicini, per la qual cosa essendo citato da Spurio Albino Edile Cu-
rule et accusato al Popolo et perciò, temendo egli d'esser condannato per-
cioché bisognava che le Tribù mettessero il partito, comparve in giuditio
et portò quivi tutti i suoi ferramenti, con quali egli lavorava et menò una
sua figliuola ben guarnita et vestita. I ferramenti erano gravi et grandi
et ben fatti, zappe grandi, non piccioli vomeri et bovi ben pasciuti, et dis-
se: O Cittadini Romani, questi sono i miei incantesimi, ma non vi posso
già, come io vi mostro i miei ferramenti, mostrare le vigilie, le fatiche et i
sudori miei. Et ciò detto fu assoluto.

Febraro.

Huomo d'età virile che stando in una vigna mostri potar quella.
Sono doi tempi di potare, ma secondo Magone si pota prima che
germini la vite, perché essendo piena d'humori piglia leggier ferita et u-
guale ne resiste al coltello.

Marzo.

Un giovane con una vanga in mano et mostri di scalzare le viti et da
un lato sia un cavallo.
Si dipinge giovane per esser l'opera della vanga di gran fatica e perché
in questo mese si comincia a scalzare le viti, come si dice a cavallo; convie-
ne avertire che non si scalzi più tardi, perché la vite potrebbe germoglia-
re et perdere assai speranza della vindemia, buttando gl'occhi della vite
per terra.
Vi si mette a canto il cavallo, percioché in questo mese, come narra Pli-
nio lib. 8. cap. 42. vanno in amore nello Equinottio della Primavera.


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