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Plato - Sophista » Ripa, Cesare Iconologia - p. 365

Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione d'Imagini delle Virtù, Vitii, Affetti, Passioni humane, Corpi celesti, Mondo e sue parti [1611]


il mostro dichiarato il suo enigma, precipitosamente giù del mon-
te ove stava si lanciò.

Arpie.

Finsero li poeti l'Arpie in forma d'ucelli sporchi et fetidi et dissero
che furono mandate al Mondo per castigo di Fineo Re d'Arcadia, al
quale, perché havea accecati due suoi figliuoli, per condescendere a la vo-
glia de la moglie madregna di essi, questi ucelli, essendo acciecato, l'im-
brattavano et toglievano le vivande mentre mangiava et che poi furono
quest'Arpie scacciate da gl'Argonauti in servitio di detto Re nel mare
Ionio nell'isole dette Strofadi, come racconta Apollonio diffusamente.
Una di queste, racconta Virgilio nel 3. de l'Eneide che predicesse a i
Troiani la venuta infelice et i fastidii che dovevano sopportare in pe-
na d'haver provato d'ucciderle et a simiglianza di Vergilio le descrive
l'Ariosto così:
Erano sette in una schiera e tutte
Volto di donna havean pallide e smorte
Per lunga fame attenuate e asciutte,
Horribil a veder più che la morte
L'allaccie grandi havean difform'e brutte
Le man rapaci e l'ugne incurve e torte
Grand'e fetido il ventre e lunga coda,
Come di serpe, che s'aggira e snoda.

Furono l'Arpie dimandate cani di Giove, perché sono l'istesse che le
Furie pinte ne l'Inferno con faccia di cane, come disse Virgilio nel sesto
de l'Eneide:
Visaeque canes ululare per umbram.
Dicesi questi ucelli hanno perpetua fame a similitudine de gl'Avari.

Hidra.

Dipingesi l'Hidra per un spaventevole serpente, il quale, come raccon-
ta Ovidio lib. IX. Metamorf., ha più capi et di lei Hercole così disse
quando combattè con Acheloo trasformato in serpente:
Tu con un capo sol qui meco giostri
L'Hidra cento n'havea, né la stimai
E per ogn'un, ch'io ne troncai, di cento
Ne viddi nascer due di più spavento.

Ci sono alcuni che la pingono con sette capi rappresentati per i sette
peccati mortali.

Cerbero.

Seneca lo descrive in questo modo:
Il terribile cane, ch'alla guardia
Sta del perduto regno, e con tre bocche
Lo fa d'horribil voce risonare
Porgendo grave tema a le trist'ombre,
Il capo, el collo ha cinto di serpenti,
Et è la coda un fiero drago, il quale
Fischia, s'aggira, tutto si dibatte.

Apollodoro medesimamente lo descrive, ma di più dice che i peli del
dorso son tutti serpentelli.
Et anco Dante così dice:
Cerbero fera crudel e diversa
Con tre gole caninamente latra
Sovra la gente, che quivi è sommersa
Gl'occhi vermigli, la barba unta, et atra
Il ventre largo, et onghiate le mani
Graffia li spirti gl'ingoia, et squarta.


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