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Biblia, Eph » Ripa, Cesare Iconologia - p. 22

Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione d'Imagini delle Virtù, Vitii, Affetti, Passioni humane, Corpi celesti, Mondo e sue parti [1611]


Sì come rimirando il bel Narciso
nelle chiar'onde il vago suo sembiante
Lodando hor i begli occhi, hora il bel viso,
Fu di se stesso micidiale amante,
Così sovente avvien che sia deriso
L'huom che sprezzando altrui si ponga inante
Con lodi amor soverchio di se stesso,
E vanitade e danno e biasmo espresso
.

Amore,

Scritto da Seneca nella Tragedia d'Ottavia e trasportato in lingua nostra così:
L'error de ciechi e miseri mortali
Per coprir il suo stolto e van desio
Finge che Amor sia Dio,
sì par che del suo inganno si diletti,
In vista assai piacevole, ma rio
Tanto che gode sol de gl'altrui mali,
C'habbia a gl'homeri l'ali,
Le mani armate d'arco e di saette,
E in breve face astrette
Porti le fiamme che per l'universo
Va poi spargendo sì che del suo ardore
Resta acceso ogni core,
E che da l'uso human poco diverso
Di Volcan' e di Venere sia nato,
E del Ciel tenga il più sublime stato.
Amor è vitio della mente insana
Quando si muove dal suo proprio loco,
L'animo scalda e nasce ne verd'anni
All'età che assai può, ma vede poco,
L'otio il nodrisce e la lascivia humana,
Mentre che va lontana
La ria fortuna con suoi gravi danni,
Spiegando i tristi vanni,
E la buona, e felice sta presente,
Porgendo ciò che tien nel ricco seno,
Ma se questa vien meno,
Onde il cieco desio al mal consente,
Il fuoco, che ardea pria, tutto s'ammorza,
E tosto perde amor ogni sua forza.


Amor di Fama.

Un fanciullo nudo, coronato di lauro con i suoi rami et bacche, have-
rà nella destra mano in atto di porgere la corona Civica et nella
sinistra la corona Obsidionale et sopra un piedestallo vicino a detta figu-
ra vi saranno distintamente quelle corone che usavano i Romani in se-
gno di valore, cioè la Murale, la Castrense et la Navale.
Racconta A. Gellio che la corona trionfale d'oro, la quale si dava in
honore del trionfo al Capitano o all'Imperatore, fu anticamente di lau-
ro et l'obsidionale di gramigna et si dava a quelli solamente che in
qualche estremo pericolo havessero salvato tutto l'esercito o s'havessero
levato l'esercito da torno. La corona Civica era di quercia et gl'antichi
coronavano di quercia quasi tutte le statue di Giove quasi che questa
fusse segno di vita et i Romani solevano dare la ghirlanda di quercia a
chi havesse in guerra difeso da morte un Cittadino Romano, volendo da-
re l'insegna della vita a chi era altrui cagione di vivere. Solevano anco-
ra fare questa ghirlanda d'Ilice, per la similitudine di detti arbori. La co-
rona Murale era quella che si dava al Capitano, overo al soldato che
era stato il primo a montare su le mura del nemico. La corona Castren-
se si dava a chi fusse prima d'ogni altro montato dentro i bastioni et allog-
giamenti de'nemici. La Navale si dava a colui che era il primo a monta-
re su l'armata nemica et queste tre si facevano d'oro et la Murale era
con certi merli fatti a simiglianza delle mura, ove era asceso. La Castren-
se era fatta nella cima a guisa d'un bastione. La Navale haveva per ornamenti


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