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Petrarca, Francesco - Rime sparse » Ripa, Cesare Iconologia - p. 386

Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione d'Imagini delle Virtù, Vitii, Affetti, Passioni humane, Corpi celesti, Mondo e sue parti [1611]


occhi come tante stelle nel Cielo.
Questa parte della notte si chiama Concubia; di ciò ne fa fede il Boccac-
cio, più volte citato, perciochè in questo tempo doppo l'essersi alquanto
vegliato si va a riposare, che per tal significato si mette a lato alla sopradet-
ta imagine il fanciullino che dorma.

Terza Parte della Notte.

Una donna vestita di nero in una notte oscura, starà giacendo in ter-
ra in atto di dormire, terrà con la destra mano un ghiro et a canto
diversi animali dormendo.
Si veste di color negro, essendo che in questo tempo la notte è più oscu-
ra et più densa et chiamasi intempesta, percioché, come narra il Boccac-
cio et come abbiamo detto altre volte a questo proposito, non pare com-
moda a veruna operatione, che perciò si rappresenta a giacere per terra,
dormendo con diversi animali et che tenghi con la destra mano un ghiro
addormentato, come animale che, la maggior parte del tempo quasi per-
duto nel sonno, è privo di ogni operatione et sentimento, essendo a lui tut-
to quel tempo una perpetua notte, qual'hora descrivendo Virgilio nell'8
dell'Eneide così disse:
Nox erat et terras animalia fessa per omnes
Alituum pecudumque genus sopor altus habebat.


Quarta Parte della Notte.

Donna vestita di cangiante, cioé bianche e torchino, et che dalla cinta
in giù del detto vestimento siano alcune stelle, ma picciole et po-
co rilucenti.
Come anco sopra il capo della parte del viso una bellissima et rilucen-
te stella grande et che, stando detta figura a sedere, mostri con bellissima
gratia cusciendo di far un vaghissimo ricamo d'oro et di seta di varii co-
lori, overo tenghi un libro aperto et mostri di studiare.
Gli starà a canto un gallo con l'ali aperte et il capo alto in atto di
cantare.
Si veste di cangiante bianco e torchino et con le stelle picciole et
poco rilucenti dalla cinta in giù, per mostrare che in questo tempo co-
mincia a cangiarsi la notte, declinando le stelle, come mostra Virg. lib.
8 dell'Eneide.
Surge, age, Nate Dea primisque cadentibus astris
Iunoni fer rite preces
etc.
Gli si dipinge la bella et chiara stella, come dicemo, percioché in que-
sto tempo ella ci porta la luce et da i Poeti et altri Scrittori vien chiama-
ta Fosforo o Lucifero, che tanto vuol dire fosforo in lingua greca, quanto
Lucifero nella latina et Portatore di luce nell'Italiana. Onde Ovidio facen-
do mentione di questa stella nel primo lib. de Tristibus Eleg. 3 così dice:
Dum loquor et flemus coelo nitidissimus alto
Stella gravis nobis Lucifer ortus erat.


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