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Averroes - In De divinatione per somnum » Ripa, Cesare Iconologia - p. 25

Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione d'Imagini delle Virtù, Vitii, Affetti, Passioni humane, Corpi celesti, Mondo e sue parti [1611]



Anima Dannata.

Occorrendo spesse volte nelle tragedie et rappresentationi di casi se-
guiti et finti, sì spirituali come profani, introdurre nel palco l'ani-
ma di alcuna persona, fa mestiero haver luce come ella si debba visibil-
mente introdurre. Per tanto si dovrà rappresentare in forma et figura
humana, ritenendo l'effigie del suo corpo. Sarà nuda et da sottilissimo
et trasparente velo coperta, come anco scapigliata et il colore della car-
nagione di lionato scuro et il velo di color negro.
L'anima dal corpo separata, essendo spirituale et incorporea, non ha
dubbio che non gli conviene per se stessa figura et formatione et altre
qualità, che alla materia solamente stanno attaccate, tuttavia, dovendo
questa rappresentatione farsi obietto de' sensi corporali, siamo astretti di
proporcela avanti sotto forma medesimamente corporea et accomoda-
re ancora la cosa intesa al nostro concetto. Dunque se gli dà la figura hu-
mana con quella licenza con la quale ordinariamente si dipingono an-
cora gl'Angioli, et perché l'anima dà forma al corpo, non si può imagina-
re che sia d'altra figura, se bene sappiamo ella, come si è detto di sopra,
non essere da questi termini materiali circonscritta. Riterrà dunque l'ef-
figie del suo corpo per essere riconosciuta et per accostarsi a quello che
scrivono diversi Poeti, tra gl'altri Virgilio nel VI. quando fa ch'Enea
vadi nell' Inferno e riconosca molti di quelli ch'havea cognitione in que-
sta vita et il Dante nel cap. 3. dell'Inferno:
Poscia ch'io vi hebbi alcun riconosciuto.
Dicesi anco meglio conoscerla se gli habbia a dare altri segnali della
sua conditione, perché talvolta occorrerà rappresentarla con diversi acci-
denti, come per esempio ferita o in gloria o tormentata, etc., et in tal
caso si qualificherà in quella maniera che si conviene allo stato et con-
ditione sua.
Dipingasi ignuda per essere essa per sua natura sciolta da ogni impedi-
mento corporeo, onde il Petrarca nella canzone Italia Mia, così disse:
Che l'alma ignuda et sola. Et in altra canzone il principio della quale:
Quando il suave mio fido conforto. Seguita e dice: Spirto ignudo etc.
Et nel Trionfo della Morte cap. 1. Ch'è oggi nudo spirto etc.
Li capelli sparsi giù per gl'homeri non solo dimostrano l'infelicità et
miseria dell'anime dannate, ma la perdita del ben della ragione et delo
intelletto, onde Dante nel cap. 3. dell'Inferno così dice:
Noi sem venuti al luogo, ov'io t'ho detto, Che vederai le genti dolorose,
Ch'hanno perduto il ben dell'intelletto
.
Il colore della carnagione et del velo che la circonda significa la priva-
tione della luce, et gratia divina. Però disse Dante nel cap. 3., parlando


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