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Pseudo-Dionysius - De divinis nominibus » Ripa, Cesare Iconologia - p. 428

Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione d'Imagini delle Virtù, Vitii, Affetti, Passioni humane, Corpi celesti, Mondo e sue parti [1611]


et Cleobe fratelli, che per atto di pietà tirano la propria Madre al Tem-
pio di Giunone.

Pietà. Si vede ancora nella Medaglia d'Antonino.

Donna con un fanciullo in braccio e con uno a' piedi.

Pietà de' figliuoli verso i Padri.

Un Giovane che porti sopra le spalle un vecchio, fugendo l'incen-
dio, per la ricordanza della pietà d'Enea.

Pietà. Come fu dipinta da Antonino Pio.

Una Matrona con la veste lunga, con un Turibolo in mano, chiama-
to da' Latini Acerra et avanti essa Matrona un'ara cinta d'un festo-
ne, sopra la quale v'è fuoco acceso per sacrificare.
Cicerone dice nel lib. della Natura delli Dei che l'esser pio non è altro
che la riverenza che noi habbiamo haver' a Dio, a i nostri Maggiori, a Pa-
renti, a gl'Amici et alla Patria.

Pigritia.

Donna con faccia e fronte grande e naso grosso, con le gambe
sottili, starà a sedere in terra. L'Ariosto:
Dall'altro la Pigritia in terra siede
Che non può andar e mal si regge in piede.


Pigritia.

Donna scapigliata, terrà il capo chino, sarà vestita d'habito vile e rot-
to, sederà tenendo ambi le mani in seno coperte et i piedi un sopra
l'altro et a canto starà un Asino a giacere, overo una Tartaruga.
Essendo la denominatione di pigro epiteto dell'Inverno, ragionevol-
mente si fa questa figura della pigritia sua collaterale figlia, percioché co-
me il calor nelli corpi humani è cagione del moto e delle preste attioni,
così all'incontro il freddo fa immobilità, stupidezza, tardità e somiglian-
ti effetti.
Sta la detta figura col capo chino e siede tenendo le mani et i piedi nel-
la guisa che s'è detto, perché gl'Egittii, come riferisce Pierio Valeriano
nel lib. 35. delli suoi Hieroglifici, in questa forma rappresentorno, volen-
do significar che l'huomo pigro è come immobile e privo d'ogni sorte di
buona operatione.
Il capo scapigliato, la veste vile e rotta, denotano l'infelice conditione
della pigritia, mercè della quale l'huomo pigro per se stesso è sempre po-
vero, vile e di niun prezzo quanto all'animo et quanto al corpo, perché
non acquista virtù, né ricchezze né honore, come ben dice Esiodo in
questa sentenza:
Non enim piger vir implet domum
Neque differens studium sane opus auget
Semper differens vir damnis luctatur.


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