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Parmenides - Testimonia » Ripa, Cesare Iconologia - p. 503

Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione d'Imagini delle Virtù, Vitii, Affetti, Passioni humane, Corpi celesti, Mondo e sue parti [1611]


Stava un huom più maturo da man manca,
Duo de' tre mesi a quai precede Agosto,
Che'l viso ha rosso, e già la barba imbianca.
E sta sordido, e grasso, e pien di mosto.
Ha il fiato infetto e tardi si ranfresca,
Che vien dal suo venen nel letto posto.
Di uve mature son le sue ghirlande,
Di fichi e ricci di castagne e ghiande.

Si può anco rappresentare per l'Autunno Bacco carico d'uve, con la
Tigre che saltando li voglia rapire l'uve di mano, overo dipingerassi una
Baccante nella guisa che si suole rappresentare, come anco Pomona.

Inverno.

Huomo o donna vecchia, canuta e grinza, vestita de' panni et
di pelle, che stando ad una tavola bene apparecchiata appresso al fuo-
co, mostri di mangiare et scaldarsi.
Si rappresenta vecchia, canuta e grinza, percioché l'Inverno si chiama
vecchiezza dell'anno, per essere la terra già lassa delle sue naturali fatiche
et attione annuali et rendesi fredda, malinconica et priva di bellezza, il
qual tempo descrivendo Ovidio nel xv. libro delle Metamorfosi così disse:
Inde senilis Hyems tremulo venit horrida passu,
Aut spoliata suos, aut quos habet alba capillos.

L'habito de' panni di pelle et la tavola apparecchiata appresso al fuo-
co significa (come narra Pierio Valeriano) perché il freddo è la quiete dop-
po i molti travagli dell'Estate et le ricchezze dateci dalla terra pare che ci
invitino a vivere più lautamente di quello che si è fatto delle stagioni
antecedenti; et Oratio nell'Ode 9. lib. primo così dice:
Vides, ut alta stet nive candidum
Soracte; nec iam sustineant onus
Sylvae laborantes, geluque
Flumina constiterint acuto?
Dissolve frigus; ligna super foco
Largo reponens, atque benignius
Deprome quadrimum Sabina
O Thaliarche merum dyota.

Ovidio ancor egli, dipengendo l'Inverno nel 2. libro delle Metamorf.,
così dice:
Un vecchio v'è che ogn'un d'horrore eccede
E fa tremar ciascun che a lui pon mente.
Sol per traverso il Sol talvolta il vede,
Ci sta rigido e freme, batte il dente,
È ghiaccio ogni suo pel dal capo al piede,
Né men brama ghiacciar quel raggio ardente,
Et nel fiatar tal nebbia spirar suole,
Che offusca quasi il suo splendore al Sole.

Dipingesi anco per l'Inverno Vulcano alla fucina, come anco Eolo con
i Venti, perché questi fanno le tempeste, che nell'Inverno son più frequen-
ti che ne gl'altri tempi.

Stagioni.
Le quattro stagioni dell'Anno nella Medaglia d'Antonino Caracalla.


Si rappresentano le sopradette Stagioni per quattro bellissime figure di
fanciulli un maggior dell'altro.
Il primo porta sopra le spalle una cesta piena di fiori.
Il secondo tiene con la destra mano una falce.
Il terzo con la sinistra porta un cesto pieno de' varii frutti et con la de-
stra un animale morto et questi tre fanciulli sono ignudi.
Il quarto è vestito et ha velato il capo et porta sopra le spalle un bastone,


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