BIVIO: Biblioteca Virtuale On-Line
Plinius Secundus, Gaius - Naturalis historia » Ripa, Cesare Iconologia - p. 522

Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione d'Imagini delle Virtù, Vitii, Affetti, Passioni humane, Corpi celesti, Mondo e sue parti [1611]


haverà una volpe presa alla rete.
Il valore è una congiuntione della virtù del corpo et dell'animo insie-
me. Però si dipinge vestito con la pelle di Leone, essendo questo animale
audace nel prendere et potente nel condurre a fine molte imprese diffici-
li; et come la virtù del corpo supera la forza altrui (il che si dimostra nel
serpente che uccide con le mani), così con quella dell'animo impedisce i
passi all'astutia et con mirabil providenza tiene in modo che non posso-
no nuocere, né pregiudicare ad alcuno; però gl'antichi lo figurorno il Va-
lore nell'imagine di Hercole et lo dimandavano con nome di virtù.

Valore.

Huomo di età virile, vestito d'oro, nella destra mano tiene una ghir-
landa d'Alloro et un Scettro et con la sinistra accarezza un Leo-
ne, il quale gli si appoggia al sinistro fianco.
All'età virile si appoggia il valore facilmente, perché suol per se stessa
portare la fortezza dell'animo et la robustezza del corpo, et come l'oro
nelle fiamme si affina, così la perfettione dell'huomo si acquista nelle fiam-
me de gl'odii nodriti o dall'invidia o dalla fortuna.
Gli si fa lo scettro, perché al valore si devono di ragione i governi, le
signorie et la corona dell'alloro, che sempre mantiene il verde senza im-
pallidirse, dimostra l'offitio dell'huomo valoroso, secondo il detto d'Ho-
ratio nelle Epistole:
Nil conscire sibi, nulla pallescere culpa.
Perché la pallidezza è segno ne' pericoli di poco valore.
Il Leone col quale si accarezza dimostra che è opera di vero valore
saper acquistare gl'animi de gl'huomini fieri et bestiali con provocarli al-
la benevolenza, spogliandoli con particolar garbo de' costumi maligni et
delle maniere spiacevoli.

Vanità.

Giovanetta, ornatamente vestita, con la faccia lisciata,
porti sopra alla testa una tazza con un cuore.
Vanità si dimanda nell'huomo tutto quello che non è drizato a fine
perfetto et stabile, per essere solo il fine regola delle nostre attioni, come
dicono i Filosofi. Et perché il vestire pomposamente et il lisciarsi la fac-
cia si fa per fine di piacer ad altri, con intentione di cosa vile et poco du-
rabile, però questi si pongono ragionevolmente per segno di vanità.
È vanità medesimamente scoprire a tutti il suo core et i suoi pensieri,
perché è cosa che non ha fine alcuno et facilmente può nuocere, senza spe-
ranza di giovamento, et però il cuore si dipinge apparente sopra alla testa.


pagina successiva »
 
p. 522