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Petrarca, Francesco - Rime sparse » Ripa, Cesare Iconologia - p. 132

Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione d'Imagini delle Virtù, Vitii, Affetti, Passioni humane, Corpi celesti, Mondo e sue parti [1611]


che farebbe il ghiaccio et dicesi anco che quest'animale sta et vive
nel fuoco et più tosto l'estingue che da quello riceva nocumento alcuno,
come dicono Aristotele et altri scrittori delle cose naturali.

Aria.

Donna con i capelli sollevati et sparsi al vento che sedendo so-
pra le nuvole tenga in mano un bel pavone, come animale consecrato
a Giunone Dea dell'aria, et si vedranno volare per l'aria varii uccel-
li et a i piedi di detta figura vi sarà un camaleonte, come animali che non
mangia cosa alcuna, né beve, ma solo d'aria si pasce et vive. Ciò rife-
risce Plinio nel libro 8. cap. 33.

Acqua.

Donna nuda, ma che le parti vergognose sieno coperte con bella
gratia da un panno ceruleo et che sedendo a piè di uno scoglio cir-
condato dal mare, in mezo del quale siano uno o due mostri mari-
ni, tenghi con la destra mano uno scettro et appoggiandosi con il gomi-
to sinistro sopra d'un'urna et che da detta urna esca copia d'acqua et va-
rii pesci, in capo haverà una ghirlanda di canne palustre, ma meglio sarà
che porti una bella corona d'oro.
A quest'elemento dell'acqua si dà lo scettro et la corona, perché non si
trova elemento alla vita humana e al compimento del mondo più neces-
sario dell'acqua, della quale scrivendo Hesiodo Poeta et Talete Milesio,
dissero, che essa non solamente era principio di tutte le cose, ma Signora
di tutti gl'Elementi percioché questa consuma la terra, spegne il fuoco,
saglie sopra l'aria et cadendo dal Cielo qua giù è cagione che tutte le co-
se necessarie all'huomo nascano in terra. Onde fu anticamente appresso i
Gentili in tanta stima et veneratione che temevano giurare per quella et
quando giuravano era segno (come dice Virgilio nel sesto lib. dell'Eneide)
d'infallibile giuramento, come anco riferisce et approva Tomasso To-
mai nell'Idea del Giardino del Mondo, al capitolo 44.

Terra.

Una matrona a sedere, vestita d'habito pieno di varie herbe e fiori,
con la destra mano tenghi un globo, in capo una ghirlanda di fronde,
fiori e frutti, et de i medesimi ne sarà pieno un corno di dovitia, il quale tie-
ne con la destra mano et a canto vi sarà un leone et altri animali terrestri.
Si fa matrona, per essere ella da i Poeti chiamata gran madre di tutti gl'
animali, come bene tra gl'altri disse Ovidio nel 1. della Metamorfosi così:
Ossaque post tergum magnae iactata parentis. Et in altro luogo del medesimo
1. lib. disse anco:
Magna parens Terra est, lapidesque in corpore Terrae,
Ossa reor dici iacere hos post terga iubemur.

Et l'istesso anco replicò nel 2. lib. de Fasti, come anco meglio lo dice Lucretio


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