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Iamblichus - De mysteriis » Ripa, Cesare Iconologia - p. 192

Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione d'Imagini delle Virtù, Vitii, Affetti, Passioni humane, Corpi celesti, Mondo e sue parti [1611]


di vivacità di spirti che arricchisce l'anima de' numeri et de' concetti
meravigliosi, i quali, parendo impossibile che si possono havere solo per
dono della natura, sono stimati doni particolari et singolar gratia del
Cielo et Platone disse che si muove la mente de' Poeti per divin furore,
col quale formano molte volte nell'idea imagini di cose sopranaturali, le
quali notate da loro in carte et rilette dipoi a pena sono intese e conosciu-
te, però si dimandano i Poeti presso a Gentili, per antico costume, Santi,
generatione del Cielo, figliuoli di Giove, interpreti delle Muse et sacer-
doti d'Apollo. Per lo scrivere si mostra ancora che questo furore si ge-
nera col molto essercitio et che la natura non basta se non viene dall'arte
aiutata, però disse Horatio: Cur ego si nequeo ignoroque poetam salutor.
Accennando l'opera dell'arte col non potere et quella dell'ingegno con
l'ignoranza.

Furto.

Giovane vestito d'habito spedito, con un capuccio in testa et
con le scarpe di feltro, overo di pelle, in una mano, tenendo una lan-
terna serrata et nell'altra un grimaldello et una scala di corda, l'habito sa-
rà pieno di pecchie, così si vede dipinto in molti luoghi.
Le pecchie sopra il vestimento si fanno, forse, perché esse vanno rub-
bando a' fiori da tutte le bande il dolce per congregarlo poi tutto insieme
nella propria casa, overo per accennare una falsa sorte d'api, dimandata
fuco da' Latini, che non fa se non mangiar il mele fatto con la fatica dell'
altre, come i ladri, che consumano la robba acquistata con sudore et con
le miserie altrui; ne fa mentione Virgilio nel 1. dell'Eneide dicendo:
Aut onera accipiunt venientum aut agmine facto
Ignavum fucos pecus a praesepibus arcent.


Furto.

Giovane pallido, vestito di pelle di lupo, con le braccia et gambe nu-
de et con piedi alati, in mezzo d'una notte, nella man sinistra ten-
ga una borsa et nella destra un coltello, con un grimaldello, l'orecchie sa-
ranno simili a quelle del lepre et l'apparenza molto attonita.
Giovane si dipinge il Furto, per notare l'imprudenza et la temerità
che è propria de' giovani et propriissima de' ladri, i quali vedendo ogni gior-
no infiniti spettacoli di successi infelici di chi toglie con insidie altrui la rob-
ba, non però s'emendano, per dare alla fine nelle reti o più tosto ne' lacci.
La pallidezza del volto et l'orecchie del lepre significano il continuo
sospetto et la perpetua paura con la quale vive il ladro, temendo sempre
di non esser scoperto, e però fugge e odia la luce, amico della notte, favo-
revole compagna delle sue dishonorate attioni.
È vestito di pelle di lupo, perché il lupo vive solo de l'altrui robba et


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