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Plato - Cratylus » Ripa, Cesare Iconologia - p. 204

Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione d'Imagini delle Virtù, Vitii, Affetti, Passioni humane, Corpi celesti, Mondo e sue parti [1611]


vole et mantenimento dell'imperio.
Per le bilancie ne servirà quanto per dichiaratione habbiamo detto nel-
la quarta Beatitudine.

Giustitia rigorosa.

Un'anatomia, come quelle che si dipingono per la morte in un man-
to bianco, che la cuopra in modo che il viso, le mani et i piedi si veda-
no con la spada ignuda et con le bilancie al modo detto. E questa figura
dimostra che il giudice rigoroso non perdona ad alcuno sotto qual si vo-
glia pretesto di scuse che possano allegerir la pena, come la morte che né
ad età, né a sesso, né a qualità di persone ha risguardo per dare essecutio-
ne al debito suo.
La vista spaventevole di questa figura mostra che spaventevole è anco-
ra a' popoli questa sorte di Giustitia che non sa in qualche occasione inter-
pretare leggiermente la legge.

Giustitia nelle Medaglie d'Adriano, d'Antonino Pio et d'Alessandro.

Donna a sedere con un bracciolare o scettro in mano, con l'altra tiene
una patena.
Siede significando la gravità conveniente a i savii et per questo i Giu-
dici hanno da sententiare sedendo.
Lo scettro gli si dà per segno di comandare et governare il mondo.
Il bracciolare si piglia per la misura et la patena per esser la giustitia
cosa divina.

Gloria de' Principi,
Nella Medaglia d'Adriano.


Donna bellissima che habbia cinta la fronte d'un cerchio d'oro,
contesto di diverse gioie di grande stima. I capelli saranno ricciuti e
biondi, significando i magnanimi e gloriosi pensieri che occupano le
menti de' Prencipi, nell'opere de' quali sommamente risplende la gloria lo-
ro. Terrà con la sinistra mano una piramide, la quale significa la chiara
et alta gloria de i Prencipi, che con magnificenza fanno fabriche sontuo-
se e grandi, con le quali si mostra essa gloria. Et Martiale, benché di altro
proposito, parlando disse:
Barbara Pyramidum sileat miracula Memphis.
Et a sua imitatione il divino Ariosto:
Taccia qualunque le mirabil sette
Moli del mondo in tanta fama mette.

Et similmente gl'antichi mettevano le piramidi per simbolo della gloria,
che però s'alzarono le grandi et magnifiche Piramidi dell'Egitto, delle
quali scrive Plinio nel lib. 16. cap. 12. che per farne una sola stettero tre-
cento sessanta mila persone cent'anni. Cose veramente degne, ma di più


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