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Petrarca, Francesco - Triumphi » Ripa, Cesare Iconologia - p. 220

Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione d'Imagini delle Virtù, Vitii, Affetti, Passioni humane, Corpi celesti, Mondo e sue parti [1611]


L'hasta et le mammelle scoperte dimostrano che con la forza si deve di-
fendere l'honore et con la candidezza conservare.
Il Cornucopia et l'Elmo dimostrano due cose, le quali facilmente tro-
vano credito da esser honorati: l'una è la robba, l'altra l'essercitio milita-
re; quella genera l'honore con la benignità, questa con l'alterezza; quella
con la possibilità di far del bene, questa col pericolo del nocumento; quel-
la perché fa sperare, questa perché fa temere, ma l'una mena l'hono-
re per mano piacevolmente, l'altra se lo tira dietro per forza.

Hore del giorno.

Molte volte può venire occasione di dipinger l'Hore et ancorché se
ne possa pigliare il disegno da quelli, che da molti sono state descrit-
te, nondimeno ho voluto ancor io dipingerle differente da quelle, perché
la varietà suole dilettare alli studiosi.
Dico dunque che l'Hore sono ministre del Sole divise in 24. et ciascuna
è guidatrice del timone del carro solare per il suo spatio, onde Ovidio nel
2. delle Metamorf., così dice:
A dextra laevaque dies et mensis et annus,
saeculaque et positae spatiis aequalibus Horae.

Et il medesimo, più a basso:
Iungere equos Titan velocibus imperat Horis
Iussa Deae celeres per agunt, ignemque vomentes
Ambrosiae succo saturos praesepibus altis
Quadrupedes ducunt, adduntque sonantia fraena.

Et il Boccacio nel libro quarto, della Geneologia delli Dei, dice che
l'Hore sono figliuole del Sole et di Croni, et questo da i Greci vien detto
il Tempo, percioché per lo camino del Sole con certo spatio di tempo ven-
gono a formarsi et successivamente, l'una dopo l'altra, fanno che
la notte passa et il giorno giunge, nel quale il Sole entra dalla successione di es-
se, essendogli dall'Hore del giorno aperte le porte del Cielo, cioè il na-
scimento della luce, del quale offitio dell'Hore fa mentione Homero et
dice che sono soprastanti alle porte del Cielo et che ne hanno cura, con que-
sti versi:
ἀυτὸμαται δὲ πὺλαι μὺκον οὐρανοῦ ἂῥ ἔκον ὡραι
τῇς έπιτὲτραπτυ μὲγας οὐρανὸς οὔλυμπὸσε

Sponte fores patuerunt Coeli, quas servabant Horae
Quibus cura est magna Coelum et Olympus.

Il qual luoco Homero imitando, Ovidio dice che l'Hore hanno cura del-
le porte del Cielo insieme con Giano:
Praesidio foribus Coeli cum mitibus Horis.
Volendo noi dunque dar principio a questa pittura faremo che la pri-
ma hora sia nell'apparir del Sole.

Hora Prima.

Fanciulla bella, ridente, con ciuffo di capegli biondi co-
m'oro sparsi al vento dalla parte d'avanti et quelli di dietro siano stesi
et canuti.


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