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Alighieri, Dante - Divina Commedia » Ripa, Cesare Iconologia - p. 221

Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione d'Imagini delle Virtù, Vitii, Affetti, Passioni humane, Corpi celesti, Mondo e sue parti [1611]


Sarà vestita d'habito succinto et di color incarnato, con l'ali a gli home-
ri, stando però in atto gratioso e bello di volare.
Terrà con la destra mano (overo dove parerà all'accorto pittore che sia
il suo luoco proprio) il segno del Sole, dritto et eminente, ma che sia gran-
de et visibile, et con la sinistra un bel mazzo di fiori, rossi et gialli in sta-
to di cominciarsi ad aprire.
Si dipinge giovane, bella, ridente et con fiori nella guisa che dicemmo,
percioché allo spuntar de' chiari et risplendenti raggi del Sole, la natura
tutta si rallegra et gioisce, ridono i prati, s'aprono i fiori et i vaghi augel-
li sopra i verdeggianti rami, con il soavissimo canto fanno festa, e tutti gl'
altri animali mostrano piacere et allegrezza, il che benissimo descrive Se-
neca nel primo choro in Hercole Furente con questi versi:
Iam caeruleis evectus equis
Titan, summum prospicit Oetan;
Iam Cadmaeis inclyta baccis
Aspersa die, dumeta rubent
Phoebique fugit reditura soror.
Labor exoritur durus, et omnes
Agitat curas, aperitque domos
Pastor gelida cana pruina
Grege dimisso pabula carpit
Ludit parato liber aperto
Nondum rupta fronte iuvencus.
Vacuae reparant ubera matres.
Errat cursu levis incerto
Molli petulans haedus in herba.
Pendet summo stridula ramo
Pinnasque novo tradere soli
Gestit, querulos inter nidos
Thracia pellex, turbaque circum
Confusa sonat murmure mixto
Testata diem.

I capelli biondi sparsi al vento dalla parte davanti et quelli dietro ste-
si et canuti significano che l'hore in breve spatio di tempo principiano et
finiscono ritornando però al solito corso.
Il color incarnato del vestimento dinota il rosseggiare che fanno li raggi
del Sole in Oriente quando cominciano a spuntare sopra il nostro emi-
spero, come dimostra Virgilio nel settimo dell'Eneide:
Iamque rubescebat radiis mare et aethere ab alto
Aurora in roseis fulgebat lutea bigis.

Et Ovidio nel 4. de'Fasti:
Nox ubi transierit coelumque rubescere primo
Coeperit.

Et nel 2.
Ecce vigil nitido patefecit ab ortu
Purpureas Aurora fores et plena rosarum atria.

Et nel 6. della Metham.
Ut soleat aer purpureas fieri, cum primum Aurora movetur
Boetio lib. 2. metr. 3.
Cum polo Phoebus roseis quadrigis lucem spargere coeperit.
L'istesso nel metro 8.
Quod Phoebus roseum diem
Curru provehit aureo.

Et Statio 2. Theb.
Et iam Mygdoniis elata cubilibus alto
Implurerat coelo gelidas Aurora tenebras
Rorantes excussa comas multumque sequenti.
Sole rubens.

E Silio Italico lib. 12.
Atque ubi nox depulsa polo primaque rubescit
Lampade Neptunus.


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