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Biblia, Mt » Ripa, Cesare Iconologia - p. 223

Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione d'Imagini delle Virtù, Vitii, Affetti, Passioni humane, Corpi celesti, Mondo e sue parti [1611]


Nondum pura dies tremulis vibratur in undis
Arbor et errantes ludunt per caerula flammae
Dum matutinis praesudat solibus aer.
Dum novus humectat flaventes Lucifer agros
Roranti provectus equo.

Et Stat. 1. Achill.
Iam premit astra dies humilisque ex aequore Titan
rorantes evolvit equos et aethere magno
Sublatum curru pelagus cadit.

Terrà con la destra mano il segno di Venere in bella attitudine et con
la sinistra un mazzo d'elitropio, overo cicoria con i fiori, i quali per an-
tica osservanza si sa et si vede che continuamente seguitano il giro che
fa il Sole, et per haver'io alla prima hora dichiarato che significano i ca-
pelli et l'ali, mi pare superfluo sopra di ciò dir'altro, anzi la detta dichiara-
tione servirà anco alle altre hore che ci restano a dipingere.

Hora Terza.

Fanciulla anch'ella con la forma de i capelli già detti, ma
quelli d'avanti saranno tra il biondo et negro.
Sarà alata et come l'altre in atto gratioso di volare, con habito succin-
to e spedito, di color cangiante, cioè doi parte di bianco et una di rosso,
percioché quanto più il Sole s'inalza dall'Oriente, la luce vien maggiore
et di quest'hora intende Ovidio nel 6. delle Metam. quando dice:
Ut solet aer
Purpureus fieri, cum primum Aurora moventur;
Et breve post tempus candescere Solis ab ortu.

Terrà con la destra mano con bellissimo gesto il segno di Mercurio
e con la sinistra un horiolo solare, l'ombra del quale deve mostrar hora 3., l'in-
ventore per quanto scrive Plinio nel libro secondo fu Anaximene Mile-
sio discepolo di Talete; di questo horologio riferisce Gellio che tratta Plau-
to nella favola detta Beotia: Ut illum Dii perdant, qui primus horas reperit,
quique adeo primus statuit hic solarium, qui mihi comminuit misero articulatim
diem.


Hora Quarta.

Fanciulla come l'altre, con l'ale et i capelli nella guisa che
habbiamo detto di sopra, l'habbito succinto et di color bianco, percio-
ché dice il Boccaccio nel lib. 4. della Geneologia delli Dei, essendosi già spar-
so il Sole et havendo cacciato i vapori, il giorno è piu chiaro, et Ovid.
dice nel 4. delle Metham.: Cum puro nitidissimus orbe
Opposita speculi referitur imagine Phaebus.
Et Sil. Ital. lib. 12.
Redditur ex templo flagrantior aethere lampas
Et tremula infuso resplendent caerula Phaebo.

Terrà con la destra mano il segno della luna, avertendo il diligente
Pittore rappresentarlo in modo che si conosca il segno in prima vista.
Porgerà con la sinistra mano in atto gratioso et bello un Giacinto
fiore il quale per quanto narra Ovid. nel lib. 10. fu un putto amato da Ap-
polline, et havendolo egli per disgratia ucciso, lo mutò in fiore.
Il che dimostra che la virtù del Sole la mattina va purgando ne i semplici


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