BIVIO: Biblioteca Virtuale On-Line

Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione d'Imagini delle Virtù, Vitii, Affetti, Passioni humane, Corpi celesti, Mondo e sue parti [1611]

Phoebus, et Oceani penetrabile litus anhelis
Promittebat equis.

Del vario colore fa testimonianza Seneca in Agamenone così dicendo:
Suspecta varius Occidens fecit freta.
Terrà con la destra mano il segno di Giove et con la sinistra una not-
tola, overo vespertilio così detto a vespertino tempore, come dice Beroal-
do commentatore d'Apuleio, che è la sera quando questi animali comin-
ciano a comparire, come dottamente descrive Ovid. 4. Metam. nella favo-
la dell'istesso animale, così dicendo:
Iamque dies exactus erat, tempusque subibat
Quod tu nec tenebras, nec posses dicere lucem,
Sed cum luce tamen dubia confinia noctis.
Tecta repente quati pinguesque ardere videntur
Lampades et rutilis collucent ignibus aedes
Falsaque saevarum simulacra ululare ferarum,
Fumida Iamdudum latitant per tecta sorores
Diversaeque locis ignes ac lumina vitant
Dumque petunt tenebras parvos membrana per artus
Porrigitur tenuesque includunt brachia pennae
Nec qua perdiderint veterem ratione figuram
Scire sinunt tenebrae, non illas pluma levavit
Sustinuere tamen se perlucentibus alis
Conataeque loqui minimam pro corpore vocem
Emittunt, peraguntque levi stridore querelas
Tectaque non sylvas celebrant, lucemque perosae
Nocte volant seroque trahunt a Vespere nomem.


Hora Seconda.

Fanciulla alata et vestita di color bertino, percioché, quan-
to più il Sole s'allontana dal nostro emispero e passa per l'Occiden-
te, tanto più per la successione dell'hore l'aria si oscura, come dice Virgi-
lio al 2 dell'Eneide:
Vertitur interea coelum et ruit oceano Nox
Involuens umbra magna terramque polumque.

Et nel terzo:
Sol ruit interea, et montes umbrantur opaci.
Et questo basterà per i significati de i colori delli vestimenti dell'hore,
che hanno da succedere.
Terrà con la destra mano il segno di Marte et con la sinistra una ci-
vetta per essere signora della notte, come dice Pierio Valeriano nel libro
20. et piglia il nome da essa essendo che in latino si chiama noctua, dal-
la notte.

Hora Terza.

Fanciulla alata et vestita di bertino, più scuro dell'antece-
dente, terrà con la destra mano il segno del Sole, ma però che tenghi
la mano bassa quanto più si può, mostrando con tal gesto che il Sole sia
tramontato, et con la sinistra un bubone o barbagianni, ucello notturno,
la favola del quale racconta Ovidio libro 5. delle Metam. L'argomento è
questo: Giove havendo concesso a Cerere che rimenasse Proserpina sua
figliuola dall'Inferno, con questo patto che ella non havesse gustato cosa
alcuna in quel luoco, subito Ascalafo disse che gli haveva visto mangia-
re delli granati et impedì la sua tornata là, onde adirata Cerere lo trans-
mutò in questo animale, il quale suole arrecare sempre male nuove:


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