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Ficino, Marsilio

El libro dell'amore


giudicato, non certamente da me, perché tanto non mi attri-
buisco, ma dal caso della sorte, la qual cosa da voi è suta appro-
vata, con questi felici auguri la sua oratione volentieri imprima
interpreterò, dipoi quello che al vescovo e al medico toccava,
secondo la facultà dello ingegno, metterò ad executione. Tre
parti in ogni cosa considera qualunque platonico philosopho:
di che natura sono quelle cose che gli vanno innanzi, di che
quelle che l'accompagnano, e così quelle che seguitano dipoi.
E se queste parti essere buone appruova, essa cosa loda, e così
per contrario. Quella adunque è laude perfecta la quale l'an-
tica origine della cosa racconta, narra la forma presente e di-
mostra e fructi futuri. Dalle prime parti ciascuna cosa di no-
biltà si loda, dalle seconde di grandezza, dalle terze di utilità.
Il perché per quelle tre parti nelle lode queste tre cose si con-
cludono: nobiltà, grandezza e utilità. Per la qual cosa el nostro
Phedro, principalmente contemplato la presente excellentia
d'Amore, grande iddio lo chiamò. Sobgiunse: agli huomini
e gli dii degno d'ammiratione
. E non sanza ragione, con ciò
sia che noi propriamente delle cose grandi pigliamo admira-
tione. Colui veramente è grande allo imperio del quale tutti
gli huomini e tutti gli dii, secondo che si dice, si sottomettono;
imperò che apresso agli antichi, così gli dii come gli huomini
s'innamorano. La qual cosa Orpheo e Esiodo insegnano
quando dicono le menti degli huomini e degli dii da Amore
essere domate. Dicesi ancora essere degno d'admiratione,
perché ciascuno quella cosa ama, per la bellezza della quale
si maraviglia. Certamente gl'iddii, o vero angeli come vogliono


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