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Empedocles - Fragmenta » Ripa, Cesare Iconologia - p. 23

Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione dell'Imagini universali [1593]


ad un Asino carico di pretiose vivande che per nodrir se stesso man-
gia le spine et dice così:
L'Huom ch'ammassa dinari et è sì vile
Che si pasce di rape o cosa tale,
Né mai, per cangiar pelo, cangia stile,
Ch'avaritia maggior sempre l'assale,
È veramente a l'Asino simile,
Che, quanto il peso più ch'ei porta vale,
Ei men l'assaggia et per vivanda cara
Sol si pasce di spini et herba amara.


Avaritia.

Con le mani di uccello di rapina, cinta di serpenti et con un pie-
de posato nella Terra, l'altro nel Mare, la finse M. Cristoforo
Lauro, il quale merita particolar memoria per la sua virtù et per la
benevolenza mia, accioché si mostrasse ancora così la inquieta natu-
ra de gli avari, che ogni cosa avidamente prendono et abbracciano,
con desiderio di assorbire et divorare tutto il Mondo, con veleno di
mala conscienza che rode loro et consuma l'anima.
Avaritia.
Donna pallida et magra, che nell'aspetto mostri affanno et
malinconia, a canto havrà un Lupo magrissimo et a guisa d'Idro-
pico haverà il corpo molto grande et sopra vi terrà una mano, per
segno di dolore, et con l'altra tenga una borsa legata et stretta, nella
quale miri fisamente. Il Lupo, come racconta Christofaro Landino,
è animale avido et vorace, il quale non solamente fa preda aperta del-
l'altrui, ma ancora con aguati et insidie furtivamente et se non è
scoperto da Pastori o da Cani, non cessa sino a tanto che tutto il greg-
ge rimanga morto, dubitando sempre di non havere preda a bastanza.
Così l'avaro hora con fraude et inganno, hora con aperte rapine to-
glie l'altrui, né però può accumular tanto che la voglia si satii.
Dipingesi a guisa dell'Idropico, perché sì come questo non ammorza
mai la sete per lo bere, ma l'accresce, così l'avaritia tanto cresce nell'huo-
mo quanto crescano i Tesori. Però disse Oratio nell'Ode:
Crescit indulgens sibi dirus hydrops
Nec sitim pellit, nisi caussa morbi
Fugerit venis et aquosus albo
Corpore languor.

Et Seneca ancora:
Avaro deest tam quod habet quam quod non habet.


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