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Plato - Sophista » Ripa, Cesare Iconologia - p. 77

Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione dell'Imagini universali [1593]


che consista nella dispositione delle Stelle, et che tutti i nostri huma-
ni affari et importanti negotii trapassino, secondando il moto di esso;
però sopra il capo, come dominatrice, si dipinge la Stella detta. Il
Caduceo dinota la potestà del fato, o vero un certo divino spirito, o
moto per lo quale non solamente la mente nostra, ma tutte le cose crea-
te, ancora si muovono et si governano et credevano di più gli Antichi
che fosse un certo vincolo, co 'l quale noi venissimo obligati e ristret-
ti con l'istesso Iddio et che con noi la necessità di questo medesimo adu-
nasse tutte le cose. Lo dipingevano con la Conocchia et co 'l Fuso, per-
ché così si mostra il debolissimo filo de' nostri giorni, attaccato alle po-
tenze del Cielo.

Favore.

Gli Antichi fingevano un giovane ignudo, allegro, con le Ali
alle spalle, con una benda a gli occhi et co' piedi tremanti stava so-
pra una Ruota. Io non so vedere per qual altro fine così lo dipingesse-
ro, se non per dimostrare i tre fonti, onde scaturiscono et derivano tut-
ti i favori: il primo è la virtù, significata per l'ali da gli antichi spes-
se volte, per mantenere la metafora del volo dell'ingegno, tristissima
presso a' Poeti; il secondo è la fortuna, dalla quale si hanno le ricchez-
ze et si genera la nobiltà, le quali due cose principalmente danno et
mantengono il favore vivo et gagliardo, et la Fortuna è dimostrata
con la Ruota, per la ragione da dirsi a suo luogo; L'altra cagione del fa-
vore è il capriccio et l'inclinatione di chi favorisce, senza alcun fine
stabile o senza sprone di alcuna cosa ragionevole et questo vien signi-
ficato per la cecità de gli occhi corporali, da' quali s'impara esser corto
il conoscimento dell'intelletto. Et queste sono tre cagioni.
Si possono ancora con queste medesime cose significare tre effetti di
esso, cioè l'ali l'ardire che si ha dal favore per impiegarsi a grandi
imprese, la superbia, che toglie la virtù et la conoscenza delle persone
men grandi, il che si nota nella cecità, et il dominio della Fortuna, che
si conseguisce per mezzo de' favori, et ciò per la Ruota si manifesta. Pe-
rò questo si dice secondo il volgo, non dovendo noi attribuir dominio
alcuno alla Fortuna, dipendendo tutto dalla Divina Providenza. Et in
questo s'ha da seguitar la verità, insegnataci da S. Tomaso contra Gen-
tilis
lib. 3. cap. 92.

Favore.

Un Giovane armato, con uno scudo grande posato in terra, ove sa-
rà dipinto il Mare, con un Delfino, che nuotando porti sopra


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