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Aristoteles - De iuventute et senectute » Ripa, Cesare Iconologia - p. 82

Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione dell'Imagini universali [1593]


macchiare un candidissimo vestimento, et per questa cagione molti,
incorrendo in un solo errore con pertinacia, sono a ragione ributtati
dalla Santa Chiesa, sapendo che Qui in uno delinquit factus est omnium reus.
La mano che tiene sopra il petto mostra che dentro nel cuore
si riposa la vera et viva fede et di quella saremo premiati, non della
finta, che molte volte si mostra nella mortificata apparenza de' corpi.
Nell'altra mano tiene il Calice, simbolo della Fede, ove si sosten-
tano tutte le nostre speranze et il fine de' nostri desiderii.

Fede nell'amicitia.

Donna vecchia et canuta, coperta di velo bianco, co 'l braccio
destro disteso et di un altro velo sarà coperta la destra mano.
Tiene coperta la man destra, secondo l'ordine di Numa Pompilio,
Re de' Romani nel sacrificio da farsi alla Fede, per dare ad intendere
che si ha da guardare la fede con ogni sincerità et che ella era consa-
crata nella destra mano, et però la dobbiamo difendere con ogni pron-
tezza. Rappresentasi canuta et vecchia, perché così la chiamò Virgi-
lio, il che dichiara uno interprete, dicendo che si trova più fede ne
gli huomini che hanno per molti anni maggiore esperienza et aggiun-
ge, per mostrare che non basta conservar la fede per alcun tempo, ma
bisogna che sia perpetua. Racconta di più Acrone che sacrificando
alla Fede il Sacerdote, si copriva non solo la destra mano con bianco
velo, ma il capo ancora et quasi tutto il corpo, a dimostratione della
candidezza dell'animo, che suol prevenire sempre la fede. Però disse
l'Ariosto:
Non par che da gli antichi si dipinge
La santa Fè vestita in altro modo,
Che d'un vel bianco, che la cuopra tutta,
Che un sol punto, un sol neo la può far brutta.


Fedeltà.

Donna vestita di bianco, come la Fede, con due dita della
destra mano tenga un Anello, overo Sigillo, et a canto vi sia un
Cane bianco.
Si fa il Sigillo in mano per segno di fedeltà, perché con esso si ser-
rano et nascondono i secreti. Il Cane perché è fedelissimo haverà
luogo appresso questa imagine per l'auttorità di Plinio nel VIII. lib.
dell'Historia Naturale, dove racconta in particolare del Cane di Tito
Labieno, veduto in Roma nel consolato d'Appio Iunio et Publio


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