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Vergilius Maro, Publius - Aeneis » Ripa, Cesare Iconologia - p. 9

Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione dell'Imagini universali [1593]


a i fastidii, che vanno avanti alla virtù. Il vestimento lungo et
continuato mostra che al buono habito si ricerca continuato esserci-
tio, e lo specchio ci dà ad intendere che ogni nostra attione deve es-
ser calcolata et compassata con l'attioni de gli altri, che in quella
stessa cosa siamo universalmente lodati, come dichiara il motto me-
desimo.

Ambitione.

Una donna giovane vestita di verde, con fregi di hellera, in atto di
salire una asprissima Rupe, la quale in cima habbia alcuni Scet-
tri et corone di più sorte et in sua compagnia vi sia un Leone con la
testa alta. L'Ambitione, come la descrive Alessandro Afrodiseo, è un
appetito di signoria, overo, come dice S. Tomaso, è un appetito inor-
dinato d'honore. Là onde si rappresenta per una donna vestita di ver-
de, perché il cuore dell'huomo ambitioso non si pasce mai d'altro che
di speranza di grado d'honore, et però si dipinge che saglia la Rupe.
I fregi dell'hedera ci fanno conoscere che come questa pianta sempre
va salendo in alto et rompe spesso le mura che la sostentano, cosí l'am-
bitione non perdona alla Patria, né a i parenti né alla religione, né a
chi gli porge aiuto o consiglio, che non venga continuamente tormentan-
do con l'ingordo desiderio d'essere reputato sempre maggior de gli al-
tri. Il Leone con la testa alta dimostra che l'Ambitione non è mai sen-
za superbia. Da Christoforo Landino è posto il Leone per l'ambitio-
ne, percioché non fa empito contro chi si gitta in terra et cede, ma
ben contro chi gli resiste; cosí l'ambitioso cerca d'esser superiore et
accetta chi cede. Onde Plauto disse: Superbus minores despicit, maio-
ribus invidet
, et Boetio: Ira intemperantis fremit, ut Leonis animum ge-
stare credant
. Et a questo proposito, poiché l'ho alle mani, aggiungerò
per sodisfattione de i Lettori un sonetto di Marco Antonio Cataldi, che
dice così:
O di discordia e risse altrice vera,
Rapina di virtù, ladra d'honori,
Che di fasti, di pompe e di splendori
Sovra il corso mortal ti pregi altera:
Tu sei di glorie altrui nemica fiera,
Madre d'Hipocresia fonte d'errori,
Tu gl'animi avveleni e infetti i cori
Via più di Tisifon, più di Megera.
Tu festi un nuovo Dio stimarsi Annone,
D'Etna Empedocle esporsi al foco eterno,


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