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Plato - Phaedo » Ripa, Cesare Iconologia - p. 251

Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione dell'Imagini universali [1593]



Sonno.

Un Giovane, con l'Ali alle Spalle et con un Corno, onde esca fu-
mo nella man destra; sarà languido con due vesti, una bainca di
sopra, che copra fino alla cintola, et l'altra di sotto nera et lunga;
nella sinistra mano terrà una verga.
Perché il Sonno nell'oscurità della notte commodamente si fomen-
ta, si dipinge con la veste nera et con la bianca, perché l'uno et l'altro
tempo può servire a' bisognosi di esso.
Il Corno, di cui esce il fumo, dimostra la cagione del Sonno essere
i Vapori, i quali, salendo alla testa, lo cagionano et per mezzo di esso
si risolvono.
La Verga si dipinge per lo costume antico che diede a Mercurio la
Verga con la quale dispensava a' mortali o il sonno o la morte, co-
me i Poeti raccontano. Et Virgilio nel V. dell'Eneide, descrivendo il
Sonno, che fece cadere Palinuro dalla nave nel Mare, dice che porta-
va un Ramo infuso et bagnato nell'onde Stigie.
L'Ali et l'età giovanile dimostrano la velocità del sonno et la
piacevolezza dell'hore, che dormendo si spendono. Però disse Se-
neca:
O Sonno, almo ristoro a le fatiche
De' mortali e de l'animo quiete,
E del viver human la miglior parte,
O de la bella Astrea veloce Figlio,
E de la Morte languido Fratello,
Che insieme mesci il vero e la bugia,
E quel che dee venir chiaro ci mostri
Con certo e spesso (ahimè) con tristo nuncio,
Padre di tutto, porto de la vita,
Riposo della luce e de la notte
Fido compagno, tu non più riguardi
Al Re ch'al servo, ma vieni egualmente
A l'uno e a l'altro e ne le stanche membra
Placido entrando la stanchezza scacci
E a quel, che tanto temono i mortali
Ci avvezzi, sì ch'imparino il morire.

Et queste cose non hanno bisogno di dichiaratione, per esser am-
pia descrittione Poetica, tirata da gli effetti che si vedono et si pro-
vano del Sonno.


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