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Aristoteles - Meteorologica » Camillo, Giulio L'idea del theatro - p. 131

Camillo, Giulio

L'idea del theatro


presa. Il qual luogo da me veduto mi
fa pensare che Virgilio, toccando la vicina
morte di Marcello, si sia servito di quello
et che o da Hebrei o da Chaldei cabalisti
havesse inteso un tal secreto.
Appresso dice il detto scrittor del Zoar
che questa Nephes è presente dal principio
alla formation dell'embrione, ma che la
Ruach non entra se non il settimo giorno
dopo la natività, et che perciò Dio comanda
che il fanciullo sia appresentato a lui et alla
circoncisione l'ottavo dì, cioè un giorno
dapoi che l'anima rationale ha fatta l'entra-
ta. Et quantunque la Nessamah non entri se
non al trigesimo giorno, non si bavere ad
aspettar tanto a far la circoncisione, alla
qual non debbono intervenir se non l'anima
che può peccare et quella che fa peccar, ché
la Nessamah, essendo divina, non può pec-
care. Et in questo passaggio così consente
Plotino, intendendo della terza anima alta,
quando dice: «In anima non cadit pecca-
tum, neque poena
». Ha ben voluto il
bello ingegno di Aristotele prender fatica
intorno ad una altra triplicità, che è nel-
l'huomo interiore, ma in quella non pone


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